Castel Granito
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Castel Granito

un giro tra i feudi di Viola De Medici & Matteo Della Gherardesca
 
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 Diario di un viaggio tanto atteso

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ViolaDeMedici
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MessaggioTitolo: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 8:51 pm

Inizio 19 Maggio 2009

Trilly9 ha scritto:
Era ormai tarda ora quando Isabella finì i preparativi per la partenza, il cavallo era sellato e bardato di tutto punto, mancava solo l'arrivo dei suoi compagni di viaggio.

Da tempo attendeva con trepidazione che arrivasse quel giorno, per lei era molto importante e ora il momento era giunto... una nuova avventura aveva inizio da stanotte

Assorta nei suoi pensieri si mise a contemplare la dolce luna che ogni notte l'accompagnava nelle sue passeggiate... un'amica presente e una silenziosa confidente

Luna cara, da oggi comincia il mio cammino... la meta tanto lontana sarà sempre più vicina ad ogni sera che ci rincontreremo

Il suo soliloquio fu interrotto dall'abbaiare in lontananza di un cane, capì subito che era Argo il cucciolo di Hipazia...
Argo arrivò tutto scodinzolante e festoso a farsi coccolare, al seguito la sua padrona che avanzava un po' affannata per il peso del bagaglio che si trascinava dietro, insieme a lei sopraggiungevano Viola e Paola

Andò ad abbracciare le tre amiche e le aiutò a portare il carico...
Ma quante cose vi siete portate dietro?!?!?!?
E' un viaggio di piacere non state traslocando in un altro stato

protestava Isabella mentre cercava di sollevare un grosso baule che pesava quanto un bue

Viola...Hipazia... ma che ci avete messo dentro?!??! Speriamo che almeno i due messeri siano stati più parchi nel bagaglio o sarà un viaggio faticoso

Isa non ti lamentare ribattè Viola ho portato lo stretto necessario te lo assicuro, senza almeno l'indispensabile non posso viaggiare

Ha ragione Viola rincalzò Hipazia non c'è nulla di superfluo solo poche cose e vabhe io ho aggiunto qualcosa per Argo, è un cucciolo ancora devo accurdilo... e poi gli ho fatto il bagno come avevo promesso, quindi non puoi lamentarti

Nel frattempo erano sopraggiunti con passo svelto e silenzioso anche i due messeri

Diego...Alemanno...almeno voi vedo che siete già pronti per partire e senza aver portato da casa l'intero guardaroba

Sorrise loro e si rivolse a tutta la comitiva..

Direi che è giunto il momento di partire, che il viaggio abbia inizio

A quelle parole salirono a cavallo e si avviarono verso la prima tappa... Arezzo non distava molto da Montepulciano l'indomani sarebbero già stati in città...
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 8:52 pm

Ladyviola ha scritto:
Arrivata in terra aretina....come di sua abitudine si svegliò presto,ma la città era ancora dormiente....
Bussò timidamente alle porte delle sue compagne,ma nessuna rispose e dei gentil cavalieri neanchè provò ad accennare un leggero tocco.Quindi si rimise nel letto aspettando segnali di vita.....

Hipazia ha scritto:
Toc, Toc

Argo si avvicinò scodinzolando alla porta.

Argo, ancora è presto... , borbottò Hipazia, nascondendo la testa sotto il lenzuolo.

Ma tutta questa luce, anche troppa per la mattina...

Fu allora che capì: non era affatto presto, anzi era decisamente tardi. Si alzò di scatto, si avvicinò alla porta e vide Viola dal buco della serratura.

Viola, scusami, arrivo subito, perchè, ecco, vedi Argo non è ancora pronto!

Il cucciolo la guardò stupita. E dai, reggimi la parte!
Intanto fuori dalla porta, Viola bofonchiava: Passi per le cose di Argo, lo spazio sul carro per Argo, la ciotola di Argo... ma cosa dovrà mai fare la mattina per preparsi!

Hipazia intanto si vestiva più velocemente possibile, saltellando da un lato all'altro della stanza. In pochi minuti era fuori.

Viola, scusaci tanto se ti abbiamo fatto aspettare, il bagno di due giorni fa ha fatto diventare Argo davvero vanitoso! Andiamo a fare una passeggiata, è una così bella giornata, quei dormiglioni ci raggiungeranno dopo.

Viola la guardò sorridendo: Dormiglioni, eh?
Decisamente dormiglioni, io mi sono svegliata al canto del gallo...
Viola non era molto convinta.
Si, va bene, anch'io mi sono svegliata tardi, ma solo perchè ero stanca per il viaggio.

Erano uscite dalla locanda ed avevano cominciato a passeggiare per le vie della città. Argo andò subito in direzione della foresta.

Sai, Viola, cominciò Hipazia, anche a Lodi, dove sono nata, c'era una foresta, ma non so perchè, allora la chiamvano tutti forestra. Non ci sono mai andata, il municipio non aveva mai asce da prestare, ed ero troppo squattrinata per comprarne una.

Argo aveva già cominciato a correre tra gli alberi. Con la scala grande in spalla per Hipazia non era semplice muoversi tra gli alberi. Dopo alcuni passi urtò qualcosa, o meglio qualcuno, un vecchio boscaiolo cadde da un albero come un frutto maturo.

Ma chi è il bischero che va a giro per la foresta con una scala?!?

Viola, forse è meglio raggiungere gli altri...

Ladyviola ha scritto:
Giammai....su aiutiamo il gentil contadino a raccogliere legna....

Hipa la guardava in modo non del tutto convinta.....


o raccogliamo legna con sto contadino o dovrai fare le spugnature ai miei zii e bada ne ho molti,al posto mio!

Don Alfonso le spingeva la sedia mobile dove era comodamente seduta,ma a quelle parole si schiarì la voce....

Chiedo venia Hipazia,concordo andiamo a cercare gli altri vuoi?

Dai Viola lo sai che sono timida....magari stasera in taverna mi sciolgo un po ma pero ora...mi chiedo dov'è Trilly?
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 8:53 pm

Trilly9 ha scritto:
Si svegliò decisamente tardi, il sole era ormai alto e l'ora di pranzo passata da un pezzo

I suoi compagni di viaggio erano già tutti svegli Uff! Ma sono sempre l'ultima.... potevano svegliarmi!!!

Decise di fare un giro per quell'accogliente cittadina, sapeva che Arezzo godeva di una foresta rigogliosa e pensò che fare due passi immersa nella natura non poteva che giovarle
si attardò a ritrovare la strada per tornare alla locanda dove soggiornava e uscita dal bosco trovò sua sorella Viola e la sua amica Hipazia che scherzavano amabilmente...

Eccovi qui, che avete fatto oggi di bello?!??!?
Io mi sono avventurata nella foresta ed ero talmente assorta nella natura che ho perso la cognizione del tempo


Le due ragazze la guardarono di sottecchi e ridacchiarono

E va bene lo ammetto... mi sono persa come il mio solito arrossì leggermente e cambiò discorso...

Allora siete pronte a partire???? Spero che la giornata di sosta vi abbia ritemprato le membra abbastanza da riprendere il viaggio senza fatica

Ora vado a riposarmi, che domani sarà una giornata lunga e stancante, fece una carezza ad Argo e si ritirò nei suoi alloggi
Hipazia ha scritto:
La tappa successiva era Montevarchi. Hipazia aveva appena finito di preparare i bagagli ed aspettava i suoi compagni di viaggio davanti alla locanda.

Si mise ad accarezzare Argo accucciato ai suoi piedi: "Il mio cucciolotto è stanco perchè si è alzato presto? Menomale che davano a noi dei ritardatari!"

Sentì i rintocchi della campana; era decisamente tardi. Gli aretini affollavano la piazza ed il mercato.

Passò una contadina con un bambino per mano.
"Mamma, mamma posso accarezzare quel cane?"
"No, piccolo, non vedi che sono in partenza?

Hipazia si voltò:"Non vi preoccupate, tanto sto aspettando e dovrò farlo ancora a lungo, a quanto pare"
Il bambino cominciò ad accarezzare il cucciolo, poi guardando Hipazia disse: "Scusatemi, questo cane ha un nome?"
"Certo, si chiama Argo"
"Perchè?"
"Perchè, beh, è una lunga storia..."
"A me piacciono le storie lunghe!"


In quel momento si sentì canticchiare. Hipazia si voltò verso la locanda e vide Viola che apriva raggiante la finestra.

"Viola, ti sei svegliata adesso? E gli altri? Vi stiamo aspettando qui pronti da tempo!"

Viola arrossì. "Vado subito a prepararmi!"
"Sveglia anche quella dormigliona di tua sorella, senza di lei non andiamo da nessuna parte!"

Si accorse che il bambino era ancora lì; la madre le si avvicinò: "Devo andare al mercato, non è che lo potreste controllare per un po', visto che dovete aspettare quella ragazza..."
"Ehm, io, va bene"

La donna si allontanò, mentre Hipazia sospirava. Si sentì tirare per la camicia: "Allora, questa storia?"
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 8:54 pm

Trilly9 ha scritto:
Isabella seguì da lontano la scena, le valigie erano pronte e ormai la partenza era imminente...

Avvicinandosi riuscì ad udire solo le parole del bambino Allora questa storia???

Si sedette accanto all'amica, accarezzò sulla testa il bimbo e fece due coccole ad Argo

Quale storia Hipa??? Sono curiosa di sentirla anche io, tanto credo che dovremo aspettare gli altri altri e ci vorrà del tempo, ma noi due siamo tutt'orecchi

E così dicendo prese in braccio il bambino ansioso di sentire la storia

Ladyviola ha scritto:
Arrivati a Montevarchi Hipa le teneva ancora il broncio....

suvvia lo sai non è colpa mia è il precettore che vuole così.....

l'uomo tossì e fece una smorfia....

tu hai sempre una scusa per tutto....mi sento offesa e il mio Argo anche!

a si ci mancava il cane pensò Viola,ok si erano dimenticati di lei....ma in fondo lei era stata con il cane poliziano...provò a toccarle un braccio ma Hipazia si scostò....ovviamente Trilly era con la testa ovunque tranne lì per darle una mano....poi le venne un idea..sussurrò qualcosa al precettore e aspettò mentre questi si allontanava.
tornò con due doni e Viola disse....


Hipa girati x te e il pulcioso ehm Argo....dai pace?

Diario di un viaggio tanto atteso Ossadiorco

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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 8:55 pm

Hipazia ha scritto:
Eh no, così non vale!

Il vassoio di biscotti e pasticcini le era davanti in tutto il suo splendore.
"Quelle sono fragole?"
"Si!"

Si morse le labbra, sospirò, poi allungo timidamente la mano. Erano buonissimi. Viola rideva.

"Aspetta a cantare vittoria, Viola, non vi abbiamo ancora del tutto perdonato, vero Argo?"
Il cucciolo era troppo impegnato a sgranocchiare delle ossa di dubbia provenienza per mostrare il minimo interesse.

"Altro biscotto?", disse Viola porgendole il vassoio.
Hipazia ne prese un altro.
"Ripeto, così non vale e dì a madama Isabella Bianca Borromeo Pelagio di non prendermi in giro e che ci farebbe cosa gradita se ci dicesse come mai è sempre così distratta...ce ne sono ancora con le fragole?"
Trilly9 ha scritto:
Eh?!?!?!? Mi avete chiamato???

Si guardò intorno e si sentiva vagamente osservata... arrossì..

Io distratta??? Ma quando mai... no no assolutamente è che sono concentrata sul viaggio... se parlo troppo poi sapete che mi perdo... non vorrei mai che finissimo chissà dove... poi chi vi sente più... petule che non siete altro!

Sorrise alla due fanciulle sperando che si dimenticassero di chiedere perchè era tanto distratta

Uhhhh pasticcini... buoniiiii.... posso uno? Viola come un fulmine le tolse da sotto il naso i dolci

Noooo dai non fare così Sore... uno.. dai uno... uno UNO U N O!!!! Daiiiiii

E ne afferrò uno al volo GRAZIEEEEE!!!!
Scappò in un angolo a mangiarselo senza dover temere gli agguati delle due amiche
Hipazia ha scritto:
"Io sono quella arrabbiata, i pasticcini sono miei, di diritto, sennò tengo ancora il broncio!"
Prese il vassoio di mano a Viola e se ne impossesò.
"Avete finito quelli con le fragole! Stasera ripartiamo, vero? I miei bagagli sono già pronti e i vostri?"
Le due sorelle rimasero in silenzio.
"Ah, bene. Sapete cosa faccio, mi metto ad aspettarvi fuori dalle vostre porte, così vi controllo....e naturalmente mi tengo i pasticcini!"
Posizionò un baule davanti alle porte e ci si mise a sedere sopra con il vassoio sulle ginocchia.
"Posso dirigere i lavori?

Quando ormai i bagagli e i pasticcini erano quasi finiti, Hipazia si alzò di scatto.
"Sbaglio o oggi è il 22 di maggio?"
Trilly la guardò stupita:"Qualche dubbio?"
"Ma allora ci siamo perse il compleanno della città!"

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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 8:57 pm

Ladyviola ha scritto:
Viola trovò ancora Hipazia seduta sul baule che pensava al compleanno della loro Montepulciano.

Bhe....saremo delle cattive poliziane allora fece ironica....

A parli facile tu!io ho una reputazione da difendere....sono un ex tribuno non posso mancare date simili.....

ehiii respira....con calma su su....

Hipazia diventò rossa e con le mani incrociate fece

mi prendete sempre per il bersaglio dei vostri scherzi!basta!


Trilly era appena uscita dalla stanza e con aria trasognata fece spallucce e poi disse rivolta a Viola

ti lascio sola due minuti e mi fai arrabbiare di nuovo Hipa!sembrate cane e gatto....ma non importa il capo sono io per cui o fate le brave o vi mollo qui!

Viola e Hipazia si guardarono e scoppiarono a ridere...
Hipazia ha scritto:
Cane e gatto? Non c'è bisogno, io ho già un cane... aaaah! Dov'è finito Argo?"

Si alzò di scatto e si mise a correre. Urtò tre cameriere, quattro dame, due cavalieri e persino un bambino, facendo cadere di conseguenza due brocche, un lenzuolo, un ventaglio, due parrucche, una spada, un elmo e una fionda.

Arrivata al pian terreno di lanciò sulla locandiera: "Avete visto un cucciolo? Piccolo, nero, muso allungato?"
"Ho solo visto qualcosa di nero e con quattro zampe uscire dalla porta principale..."
"Come qualcosa? Qualcosa? Con questo vi siete giocata la mancia!"

Si precipitò fuori.

Intanto erano arrivate Viola e Trilly, che assistevano un po' preoccupate e un po' diverite alla scena. Diventarono però solo preoccupate quando una delle cameriere venne a lamentarsi dei danni e la locandiera cominciò ad urlare ed a chiedere il rimborso.

Appena uscita dalla taverna trovò Argo che le aspettava seduto vicino al carro.
Argo, mi hai fatto prendere un colpo! Come sei carino, hai fretta di arrivare a Firenze? Anch'io sono curiosa di vedere la capitale!
Lo accarezzò e ritornò dentro la locanda.
"Argo ha ragione, che aspettiamo a parti..."
Le parole le morirono in gola; si trovò davanti le due sorelle, le cameriere, le dame, i cavalieri, il bambino e la locandiera, uno più arrabbiato dell'altro.
Si guardò i piedi poi azzardò un: "Qualche problema?

Trilly9 ha scritto:
Trilly seguì con lo sguardo la direzione che prendava Hipazia... la sua discesa al pian terreno e il trambusto che ne derivava faceva presagire già di per se guai
Lei e Viola si scambiarono un'occhiata di intesa mista a preoccupazione e scesero al piano di sotto a vedere che succedeva

Uno scenario caotico si presentava ai loro occhi, mentre Hipazia rientrava nella locanda felice di aver ritrovato Argo
Le urla di una locandiera dalle fattezze di uno schnauzer imbelvito più che di una gentile dama si mischiavano a quelle di messeri e cameriere oltre che al pianto sconsolato di un bambino

HIPA!!!! Mannaggia a te... guarda che hai combinato?!?!?!? Adesso chiedi scusa per il disagio causato a tutti i presenti, io e Viola ti daremo una mano a sistemare tutto, ma quello che hai rotto lo ripaghi

In men che non si dica sistemarono il caos e furono pronte a partire, caricarono i bagagli e salutarono le gentili persone che erano state così ospitali con loro...

Pronti a partire??? Prossima destinazione Firenze!
Hipa mi raccomando tieni d'occhio il tuo tenero cucciolo perchè se ne combina un'altra simile lo faccio diventare un comodo e caldo scendiletto per Viola che ha sempre freddo ai piedi


Strizzò l'occhio alla sorella che si mise a ridere, mentre Hipa si imbronciò di nuovo...

E' inutile che metti il muso, sta volta niente pasticcini, guarda che terremoto diventi a darti troppi zuccheri... fai danni

Un altra risata...
Era giunto il momento di incamminarsi

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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 8:58 pm

Hipazia ha scritto:
Era partita da Montevarchi con le valigie e soprattutto con le tasche più leggere.
Aveva cercato di tenere un po' il broncio, ma la vista di Firenze la aveva tolto il fiato.
Fin da lontano si vedeva la cupola del Duomo, così grande da confondersi con le colline che circondavano al città. Erano entrate da Porta Romana(?), oltrepassando le imponenti mura della città.
Era ormai notte inoltrata, quindi cercarono una locanda e si sistemarono.
Hipazia ebbe fortuna: la sua finestra dava proprio su Ponte Vecchio, così prima di andare a letto restò ad osservare il lento scorrere del fiume alla luce della luna piena. Appoggiata al davanzale contava le pochissime persone che si aggiravano di notte per la città e cercava con un dito le stelle offuscate dalla luna.

La mattina dopo si svegliò presto, si preparò ed uscì subito, senza neanche chiamare quei dormiglioni dei suoi compagni di viaggio.
Fece un giro per la città, uscì dalle mura e si avviò verso la foresta.

Vediamo se almeno qui posso tagliare legna...
Incredibile ma vero, avevano un ascia. Si inoltrò nella foresta, finchè non arrivò davanti ad una quercia, appoggiò la scala in terra e imbracciò l'ascia, sotto l'attenta vigilanza di Argo.

Uff!
Stanca morta, decise di tornare alla locanda, per riposarsi e per vedere se gli altri si erano svegliati. Camminava storta, spostandosi da un lato all'altro della strada. Urtò qualcosa.

"Ma chi ti ha insegnato l'educazione? Non c'è più rispetto per i vecchi?"
Un uomo sulla settantina era caduto in terra e la guardava in cagnesco.
"Scusatemi, non volevo. Aspettate vi aiuto a rialzarvi. Scusatemi tanto, davvero. Spero che non vi siate fatto male"
Lo aiutò a rialzarsi.
"In questa città non posso fare a meno di camminare guardando in su!"
Il vecchio rise. Hipazia lo guardò con aria interrogativa.
"Ne so qualcosa. Avete visto la cupola? Conoscevo molto bene Brunelleschi..."
Hipazia rimase a bocca aperta.
"Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto..."
"Donatello!"
"Non credevo di essere così famoso, sarei lieto di fare da guida a una sì gentile pulzella..."
"E a tre gentili pulzelle?"

Non fece in tempo ad annuire che Hipazia si mise a correre, urlando di aspettarla, mentre Argo la inseguiva abbaiando.
In pochi minuti era alla locanda a bussare freneticamente alla porte di Trilly e Viola.
"Sveglia! Ci sono gorsse novità: ho trovato una guida d'eccezione!
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 8:59 pm

Trilly9 ha scritto:
Isabella fu svegliata di soprassalto dalle urla dell'amica, si alzò di scatto e andò alla porta

Che succede Hipa?!?!?!?
E' scoppiata la guerra???
ci riflettè su...improbabile
Non mi dire che è scappato di nuovo Argo!!!! osservava l'amica sparare parole a raffica e ci capiva ben poco, con anche la complicità del sonno interrotto così repentinamente

Una guida d'eccezione?!?!?!? Ma cosa dici???
Ci stai prendendo in giro tu! per vendicarti di ieri... lo so!
Vai a svegliare Viola e dille di prepararsi nel frattempo io mi vesto e scendo


Richiuse la porta, si vestì e si sistemò nel migliore dei modi e scese al pian terreno dove le attendeva Argo scodinzolante

Viola arriva? Appena è pronta possiamo andare, ma giurami che non è uno scherzo o sta volta ti sciacquo in Arno direttamente!

Sorrise all'amica e si girò per vedere se nel frattempo arrivava anche sua sorella Viola

Hipazia ha scritto:
"Giuro che non è uno scherzo! Anzi è una cosa seria, importante, importantissima!"

Hipazia sembrava impazzita, correva per il corridoio, saliva e scendeva le scale.

Isabella ormai era scesa al pianterreno dove coccolava Argo.
"Hipa, calmati, l'ultima volta che hai fatto così abbiamo dovuto pagare i danni!"
"Abbiamo? Ma se ho pagato tutto io!"
"Beh, mi sembra anche giusto!"

Isabella sorrise.

Possibile che tua sorella sia sempre in ritardo?
Corse di nuovo al piano di sopra. Arrivata davanti alla porta di Viola cominciò a bussare:"Violetta cara, mi dispiace svegliarti ma se non ti sbrighi a scendere, entro e ti porto giù io, che è peggio!"
Ladyviola ha scritto:
Viola non si sentiva x nulla bene.....un forte mal di testa le era comparso di punto in bianco...sentendo Hipa che la chiamava riusci a malapena a dire

Ti prego vai senza di me non mi sento bene...scenderò più tardi.
Hipazia ha scritto:
"Allora, noi andiamo. Sicura di voler restare?"
Senti da dietro la porta Viola dire di sì.
Hipazia la salutò e si precipitò al pian terreno.

"Tua sorella non vuole venire, ha mal di testa. Noi andiamo, in fretta e niente discussioni!",disse trascinando via Isabella.

"Siamo in ritardo!"

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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:00 pm

Trilly9 ha scritto:
Come non viene??? mal di testa già di prima mattina?!!?!?! Isabella fece una faccia triste
Allora andiamo noi e poi le raccontiamo, sulla via del ritorno le prendiamo anche qualcosa di carino così si consola del brutto mal di testa che la tiene a letto

Hipazia la prese per un braccio e la trascinò di corsa dallo sconosciuto che aveva incontrato

Piano Hipa, piano... mica stiamo scappando dai briganti!

E dicendo ciò si fece trascinare per la via

--Donatello ha scritto:
"Male, molto male..."

Donatello guardava le due ragazze ansimanti, appoggiate ad uan parete del battistero.
Hipazia riprese fiato dopo la lunga corsa e cercò di parlare: "Scusate...anf...scusate per il ritardo"
"Il problema è un altro, io aspettavo tre, non due pulzelle! Mi accontenterò di voi due. "
Le due ragazze si guardarono un po' allarmate.

"Siete mai entrate nella chiesa di Santa Maria del Fiore? Come accennavo prima alla sua amica, ho avuto l'onore di conoscere il suo ideatore: Filippo di ser Brunellesco. Siamo stati molto amici, abbiamo anche lavorato insieme alla Sagrestia di San Lorenzo, ma fu proprio in quell'occasione che litigammo, non apprezzò le mie decorazioni. Però era un grande artista. Mi ricorderò sempre del cristo contadino. Feci con straordinaria fatica un crocifisso di legno, parendomi una cosa rarissima lo mostrai a Filippo, il quale, per le mie parole, aspettava di vedere molto miglior cosa, come lo vide, sorrise alquanto. Il che vedendo, lo pregai per quanto amicizia era tra noi, che mi dicesse il parer suo; perchè Filippo, che liberalissimo era, rispose che gli pareva che avessi messo in croce un contadino, e non un corpo simile a Gesù Cristo, il quale fu delicatissimo ed in tutte le parti il più perfetto uomo che nascesse giammai. Udendomi mordere dove pensavo di essere lodato risposi: " Se così facile fusse fare come giudicare, il mio Cristo ti parrebbe Cristo e non contadino; però piglia del legno e pruova a farne uno ancor tu. Filippo senza farne più parola, tornato a casa, senza che alcuno lo sapesse, mise mano a fare un crocifisso e lo condusse dopo molti mesi a somma perfezione. E ciò fatto, mi invitò una mattina a desinar seco ed accettai l'invito e così accompagnando Filippo, arrivati al Mercato Vecchio, egli comperò alcune cose, e datole a me disse: "Avviati con queste cose a casa e lì aspettami che io ne vengo ora". Entrato in casa vidi il crocifisso di Filippo a buon lume; e fermatomi a considerarlo, lo trovai così perfettamente finito, che vinto e tutto pieno di stupore, come fuor di me, lasciai il grembiule, onde cascatomi l'uova, il formaggio e l'altre robe tutte, si versò e fracassò ogni cosa. Sopragginto Filippo ridendo disse: "Che disegno è il tuo Donato?Che desineremo noi, avendo tu versato ogni cosa?". Io gli risposi: "Per istamani ho avuta la parte mia; se tu vuoi la tua, pigliatela; ma non più: a te è conceduto fare i Cristi a me i contadini".

Donatello sospirò.Mentre parlava avevano visitato il Duomo, si erano fermati davanti agli affreschi di Paolo Uccello e quello più recente di Andrea del Castagno. Donatello aveva mostrato alle giovani la sua Cantoria.Usciti si allontanarono dalla piazza.

"Volete vedere qualcos'altro di mio?"
Le ragazze annuirono.
Donatello imboccò la via Larga, superò le case dei Martelli e si fermò davanti ad un austero Palazzo. Una guardia sostava davanti al portone. L'artista le si avvicinò, le disse qualcosa all'orecchio, poi si scostò.
Entrarono in un bellissimo cortile, dove trovarono una statua di bronzo, un giovane David con un piede sulla testa di Golia.
"Questo l'ho fatto ormai vent'anni fa. Mi sono ispirato ai canoni classici, alle statue viste a Roma con Filippo"
Nel cortile arrivava il profumo dei fiori del giardino vicino. Donatello si avviò in quella direzione, seguito da Isabella e Hipazia. Sopra una fontana troneggiava un'altra statua in bronzo, che rappresentava Giuditta e Oloferne.
"Questa è uan delle mie ultime fatiche, l'ho fatta due anni fa, poco dopo essere tornato qui a Firenze da Padova. Allora siete rimaste senza parole?"
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:02 pm

Trilly9 ha scritto:
Isabella passò il tempo ad ascoltare tutti quei racconti interessanti e a guardare le opere d'arte che si susseguivano, quel personaggio d'eccezione a fare da guida era stata veramente un'occasione fantastica di conoscere la città di Firenze in un modo inusuale

Le due ragazze rimasero veramente senza parole, alla fine della visita non seppero come ringraziare il grande artista per la disponibilità che aveva concesso loro in modo tanto gentile

Allontanandosi Isabella si rivolse all'amica

Certo che dovremmo portagli un regalo in segno di ringraziamento, che ne dici Hipa? Quando mai ci sarebbe ricapitata un'occasione del genere, che ne dici andiamo a prendere qualcosa per ringraziarlo?

Poi pensiamo anche a un regalo per Viola, ci teneva così tanto a visitare Firenze è un vero peccato che non sia potuta venire


Si addentrarono nei vicoli di Firenze disquisendo amabilmente sulla visita appena fatta

Hipazia ha scritto:
"Mi sono fatta perdonare i danni di Montevarchi?"
Hipazia non camminava ma saltellava entusiasta.
Isabella sorrise.

"Un regalo? Fammi pensare... Non è che qualcuno si è portato da casa un fiasco di vino?Per Donatello naturalmente; per Viola meglio di no, dopo quello che ci ha combinato all'ultimo ballo..."

Camminavano per la città, osservando botteghe, bancarelle e mercati.
"A Viola potremmo regalare un cappello..."
"E' tessitrice!"
"Già, fammi pensare... ho visto in una bottega un bellissimo paio di scarpe..."
"Ora che non può camminare?"
"Vero. Beh ci sono anche molti orefici qui..."
, disse, guardandosi con preoccupazione le tasche.

Trilly9 ha scritto:
Isabella riflettè un attimo vedendo l'amica che frugava nelle tasche con fare sconsolato

Sono quasi certa che sul carro ci sia dell'ottimo vino delle cantine di Montepulciano, direi che per fare prima visto che dovremmo già essere in viaggio, io entro in questa gioielleria e prendo un regalo a Viola, glielo diamo poi quando siamo a S. Miniato, tu porta un fiasco del nostro buon vino al nostra fantastica guida, ringrazialo infinitamente da parte mia.


Detto questo si diresse verso la gioielleria, dalla vetrina che dava sulla strada aveva visto qualcosa che pensava sarebbe piaciuto alla sorella

Ci vediamo alla locanda Hipa, Viola ci starà sicuramente aspettando lì pronta con il suo precettore e gli altri compagni di viaggio

Hipazia ha scritto:
Aveva passato le sue ultime ore a Firenze correndo. Prima era tornata alla locanda per prendere il vino, poi di corsa da Donatello, che aveva apprezzato, poi di nuovo di corsa alla locanda.
Aveva fatto così in fretta i bagagli, che era stata costretta a rifare più volte tutto dall'inizio, perchè ogni volta lasciava qualcosa fuori. Alla fine la valigia era perfetta, o quasi, almeno conteneva tutte le sue cose.
" Andiamo Argo, si parte!"


La sera erano partiti, almeno per una volta era stata una partenza tranquilla, e anche se non lo fosse stata, Hipazia non se ne sarebbe accorta: appena salita sul carro si era addormentata con Argo sulle ginocchia.

Al suo risveglio erano già a S.Miniato.
"Che bello, un'altra citta di foresta!"
Isabella la avvertì: "Sei sicura di poterci andare?"
"Ma sì che vuoi che succeda per un po' di legna"

Viola e Isabella avevano alzato le spalle.

Tornando verso la locanda aveva trovato Isabella davanti al municipio con le braccia incrociate:"Hipa, vieni un attimo a vedere una cosa!"

[rp]Ringrazio i miei elettori per la fiducia concessami.


-Ai forestieri e agli stranieri: Benvenuti! Siete pregati di non comperare legna e di non lavorare in foresta. Gli altri beni potete acquistarli liberamente. Per mettere in vendita al mercato scrivetemi un pm, grazie!
[/rp]

Hipazia sospirò. Isabella sorrise:"Te l'avevo detto!"
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:04 pm

pnj ha scritto:
Che cicloni quelle tre.

pensò il taverniere silenzioso.

Ma le stampano tutte costì a Montepulciano?

Le tre donne erano veramente molto belle, ma strane di molto!
Una la doveva avere avuto un qualche incidente, che la girava storpia assieme ad un vecchio noioso; l'altra l'andava agghindata come una soldatessa, ma con tutte le pere in evidenza che persino ad un vecchio come a me si rigirava il sangue nel cuore. L'altra ancora la girava con un cane - Argo - pulcioso come pochi e noioso come tutte le bestie. L'altra sera mancava poco che mi scoprivano, che gli ho tirato un pitale chè non smetteva di guaire. Pareva indiavolato.

Confusonarie quanto basta, belle e spavalde. Ma chissà dove son dirette? Avran mariti, figlioli a casa? Eh, son finiti i tempi in cui le donne se ne stavano a casa, ed in taverna si trovavano solo quelle più generose. Queste vanno a vedè le chiese, accompagnate da messeri discutibili. Che ci và a fare in chiesa se tu te non giungi le mani e preghi al Signore? A vedè lì quadri?

Le aspetterò al ritorno, chissà che non mi venga la favella di domandar su loro.

Le vide andare tutto a diritto verso Nord, le seguì con lo sguardo fino a che scomparvero dietro l'ultima salita, sputò per terra e rientrò in taverna da solo.

Ladyviola ha scritto:
Come stai?sei così emaciata.....

Isabella fece una carezza al volto di Viola poi proseguì

sai che Hipa oggi stava per cacciarsi nei guai...non aveva letto il comunicato del sindaco...è proprio sbadata....

Viola tossì poi disse con voce atona

e il mio regalo...e si mi han detto che mi avete preso qualcosa....

proprio in quel momento entrò Hipa ed Argo...la ragazza fluttuava leggera per la stanza e infine si lasciò ricadere sul letto ai piedi di Viola,Argo ne aprofittò per salire lesto e leccargli il viso.

noooo Argo birbante...ridacchiò Hipa...poi scansando il cagnolino si voltò verso Viola...

non dici nulla?....Viola nemmeno una parola su Argo che sale sul tuo letto?

no...mi sentivo un po sola....e visto che il precettore dice che non posso uscire nemmeno oggi...se non posso andare a vedere il mondo...sono felice se il mondo viene a trovarmi in stanza...anche con Argo....

ohooo Viola tenera Viola...


Hipazia l'abbracciò...e lo stesso fece Isabella....nell'abbraccio Viola disse...

si ma il mio regalo dove è?
Hipazia ha scritto:
"Regalo? Non guardare me, ha fatto tutto Isabella!

Era seduta ai piedi del letto di Viola e osservava l'amica appena arrivata.

Argo, visto che Viola era stata felice di vederlo, non si risparmiava: scodinzolava, mugolava e cercava di leccarle il viso.

"Su Argo, scendi, non te ne approfittare!
Prese in braccio Argo e si mise di nuovo a sedere ai piedi del letto.
Si voltò verso Isabella:"Allora questo regalo? Sono curiosa anch'io!"
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:06 pm

Trilly9 ha scritto:
Isabella entrò nella camera della sorella cercando di non far troppo rumore, la vide seduta sul letto già sveglia da un po'
Si vedeva ad una prima occhiata che non si era ancora ristabilita, ma stava decisamente meglio rispetto al giorno prima.
Si sedette sul letto e le diede un bacio sulla fronte

Come stai oggi sorellina, ti senti un po' meglio???

La guardò per vedere in viso la sua reazione alla domanda e continuò a parlare

Sai ci è spiaciuto molto che non hai potuto visitare Firenze, veramente la visita meritava, vedremo di rifarla quando starai meglio...
Però per consolarti abbiamo preso un pensiero per te, spero ti piaccia


Mentre diceva queste parole faceva comparire da dietro la schiena un astuccio ricamato e ben impacchettato...
All'interno un piccolo dono

Diario di un viaggio tanto atteso P7040120rmini

Spero ti piaccia quando l'ho visto ho pensato che fosse perfetto

Diede uno sguardo in cerca di approvazione da Hipazia e sperò d''aver azzeccato il regalo

Hipazia ha scritto:
"Direi che è viola ed è da Viola!
Nella stanza calò il silenzio.
Hipazia sospirò: "Lo so, è peggio di quella del cane non pulcioso, ma poliziano!"
Viola e Isabella sorrisero.

"Sarà meglio che vada a dormire, battute del genere sono un campanello d'allarme. Vieni Argo!"
Hipazia si avviò verso la porta, mentre Argo continuava ad annusare l'astuccio del regalo, a scodinzolare e a farsi coccolare.

"Ma guardalo, vieni, dai, cane ruffiano!"
Argo si alzò e, spazientito si avvicinò alla padrona.

"Buonanotte ragazze e tu, Viola, mi raccomando, rimettiti!"

Trilly9 ha scritto:
Il viaggio era continuato, oggi si trovavano a Pisa, avrebbero fatto una breve sosta anche lì per poter ammirare le bellezze che la città offriva, gliene avevano sempre parlato in modo entusiasta e non vedeva l'ora di visitarla da cima a fondo.
Uscì dalla sua camera, bussò a quella di Hipazia, la ragazza era già sveglia e si stava preparando, così andò così a bussare a quella di Viola.
La sorella era sveglia e seduta sul letto, balzava subito agli occhi come fosse migliorata negli ultimi giorni, le sedette accanto

Ti vedo molto più in forma oggi, il tuo viso è decisamente più colorito dei giorni passati, ammetto di essermi preoccupata sai...
oggi che pensi di fare? te la senti di andare a visitare la torre pendente e fare un giro per Pisa? Che dice il tuo precettore?


Come se avesse sentito di essere stato nominato il precettore bussò ed entrò nella stanza
Vi lascio soli a parlare, Viola io ti aspetto al piano inferiore, se hai bisogno di me fammi venire a chiamare

Baciò la sorella sulla guancia, salutò il precettore con un inchino ed uscì
Hipazia ha scritto:
Toc, toc!

Si avvicinò alla porta, se affacciò, era Isabella.
"Buongiorno! Sai che dalla mia stanza si vede il mare! Uh, che bello il mare!

Isabella alzò gli occhi al cielo; Hipazia non faceva che ripetere "uh, che bello il mare", da quando erano arrivate in vista di Pisa.

Isabella, sono quasi pronta, come sta Viola?"
"Molto meglio direi. Io vado al piano di sotto, vi aspetto lì!"


Finì di vestirsi e si avviò insieme ad Argo verso la camera di Viola.
"Buongiorno Viola! Come stai? Ti vedo proprio bene!"
Argo entrò scodinzolando e saltò subito sul letto.
"Argo scendi!", andò verso il letto e prese il cane in braccio.

Il precettore la guardava spazientito, ormai Hipazia si era convinta che non la potesse vedere. Accennò una riverenza e un sorriso. Il precettore si limitò ad un cenno del capo.

"Eh no, proprio non mi sopporta!

Disse a Viola che l'avrebbe aspettata al piano di sotto e scese. Isabella era seduta ad un tavolo. Le si avvicinò con fare cirsospetto e le sussurrò: "Ma perchè, per una volta, non ci portiamo Viola in giro senza il precettore?"
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:07 pm

Ladyviola ha scritto:
Trovo l'amiche intente a banchettare con la colazione.....di impulso disse:

zia devi dirmi cosa mangi per esser sempre bellissima.

Hipazia e Isabella si guardarono negli occhi,poi intorno...infine Isabella disse

ma zia a chi?non c'è nessuno qui oltre a noi...che tuo zio alla fine fosse una lei?

ma come??????non glie l'hai detto?

scrollò le spalle e disse

uff...almeno mi porterete a far compere?vorrei comprare un pensierino per Diego...è stato gentile a scortarci....se dovevamo affidarci solo allo zio Alemanno.....

ma non finì la frase e prese posto accanto alle giovani a fare colazione.

Hipazia ha scritto:
Si voltò stupita a guardare Viola.
Alzò un sopracciglio e cominciò a scuotere le mani.
"Che cosa? Mi sa che mi sono persa un passaggio; Alemanno è una donna?"

Nella taverna scese il silenzio, forse aveva parlato a voce troppo alta.
Gli occupanti dei tavoli vicini si girarono verso di loro. Isabella scoppiò a ridere, Viola accennò un sorriso di circostanza.
"Usciamo?"

Isabella ancora non aveva smesso di ridere, prese a braccetto Viola e le disse: "Magari tra poco Alemanno scende e chiede il conto...ahahaha... il taverniere gli chiederà il nome...ahaha...scusa non ce la faccio! Ahahah!". Continuò a ridere ed anche Viola tratteneva a stento le risate.
Hipazia era alquanto spazientita: " Smettela voi due! Sempre a prendermi in giro!"

Sentì uno strano suono provenire dal basso. Abbassò gli occhi ma vide solo Argo. "Che strano, avrei giurato di aver sentito qualcosa di simile ad una risata..."
Argo accellerò improvvisamente il passo.
Hipazia sgranò gli occhi.
"No, non ci posso credere! Ti ci metti anche tu adesso? Non è possibile, i cani non ridono. Ho l'unico cane al mondo che ride della propria padrona!"

Si voltò verso Isabella e Viola.
"Andiamo a fare compere, che è meglio; in fondo stasera partiamo e sarebbe un peccato non approfittare delle nostre ultime ore a Pisa!"
Le due sorelle annuirono.

"Allora, avete finito di ridere?"

Trilly9 ha scritto:
zia devi dirmi cosa mangi per esser sempre bellissima.


Isabella si voltò strabuzzando gli occhi...mentalmente faceva due calcoli... dunque io non sono...già son la sorella... Alemanno donna....scoppiò in una risata... ehm... no... Diego??!?!? Nemmeno... rimane solamente Hipa...
Hipa! Devi mica dirmi qualcosa???
Disse ridendo mentre uscivano dalla locanda...ogni giorno ce n'era una nuova

Adesso o mi spiegate che succede, oppure non partiamo... però ora ho un dubbio, siamo sicuri che quel bel vestito tutto pizzi e merletti con una profonda scollatura che ho trovato nel baule non fosse per Alemanno

Isabella si mise a ridere... aveva le lacrime agli occhi
Vabhè facciamo due compere, intanto voi due mi raccontate che accade e confermatemi che Alemanno non è donna vi prego
Un'altra risatina nascosta dalla mano... si avviarono
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:09 pm

Ladyviola ha scritto:
Diario di un viaggio tanto atteso 541160rsb9x5e6jr
sembra una mucca...sicura di voler regalare questo cavallo a Diego?

certo lo trovo carinissimo...vero Isabella?

a non so....forse Anna(hipazia) ha ragione....è...bizzarro....

Viola guardo l'animale....beh non era di certo un cavallo che si vedeva molto spesso in giro ma le sembrava così dolce,e poi era certa che Diego avrebbe apprezzato il gesto......

Diegovi ha scritto:
Diegovi Rodrigo Ezzelino da Romano VI d'Este, Barone di Arischia (che è meglio nominare brevemente Barone diegovi :wink: ) vide l'omaggio che madama Viola voleva fargli e sorrise....

madama Viola....siete molto gentile a volermi donare questa bellissima cavalcatura... E' molto bella e con un portamento molto...fiero...quasi quasi vi assomiglia un po

Barone, voi siete sempre stato gentile e disponibile con me durante tutto il tragitto che non vi ho mai detto un GRAZIE

il mio grazie l'ho gia avuto...ad ogni vostro sorriso

Sempre gentile...Barone

fa parte dei doveri del nobile

ma siete cosi solo perchè dovete esserlo per dovere del nobile?

Non ho detto questo ...e se avete inteso questo avete sbagliato

Detto questo, il Barone dette ordine alla propria servitu di badare agli animali ed a prepararsi per la partenza ordinado alla servitù di badare anche ai bagagli di dama Viola, mettendosi a sua duisposizione se ne necessitasse bisogno.
Hipazia ha scritto:
Negli ultimi giorni il suo passatempo era stato fare e disfare i bagagli. Il tempo era scandito dai vari arrivi, dalle partenze effettive, da quelle previste e rimandate. Oramai neanche Argo, che inizialmente salutava l'evento come un'eccitante novità, ci faceva più caso. Se ne stava sdraiato vicino alla porta, guardandola con aria di sufficienza. Se quando erano partiti da Montepulciano sapeva a malapena che cosa avesse messo in valigia, adesso avrebbe potuto fare un elenco completo ed accurato in meno di due minuti.
Completati per l'ennesima volta i bagagli, si mise alla finestra. La vista non era affatto male: la piazza, le mura, il frutteto. Il sole splendeva, ma una leggera brezza garantiva una tenperatura più che gradevole.
Dal campanile arrivarono tre rintocchi. Decise di andare a cercare Viola ed Isabella.
Si allontanò dalla finestra e si diresse verso la porta. Argo che sonnecchiava lì davanti aprì pigramente un occhio.

"Su, Argo, andiamo. Vediamo se almeno oggi riusciamo a partire!"
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:10 pm

Ladyviola ha scritto:
Da quando funziona?

da sempre sorellina..eddai non fate tante storie per della frutta....

ci hai ingannate...prima la finta partenza poi la merenda che dicevi esser sublime e invece una ciotola di frutta....

Diario di un viaggio tanto atteso 1524997povnzrfwpc

la frutta Hipa,fa bene...e da sola mi annoiavo a mangiarla!tu sei imbronciata perchè credevi ti dessi pasticcini....lo so che li passi anche ad Argo....

Anna divento rossa...poi scoppiò a ridere....nel mentre videro avvicinarsi il Barone....

a messer Diego volete anche voi della frutta?
fece Viola porgendo la ciotola.....

Diegovi ha scritto:
....Molto volentieri , Madama.

il barone prese ciotola e un cucchiano e iniziò a servirsi. adora la frutta per cui ogni occasione per mangiarne per lui è una festa

Vedo che adorate la frutta, Barone aggiunse con sguardo divertito Ladyviola

Si, molto madama. Eppoi un pasto legegro prima della partenza fa sempre bene

LadyViola sorrise.

Se il ciondolo vi ricorda i miei occhi, esso ricorda a me il vostro sorriso, che spero non lasci mai il vostro volto

Detto questo, ripose cucchiaio e ciotola e andò verso le scuderie.
Ladyviola ha scritto:
Viola guardò le compagne divertita....

Ebbene cos'è questa novità?

la ragazza fece spallucce e si mise a ridere....Hipazia accarezzò Argo e sempre sospettosa guardò verso Viola...

Ah...intendeva questo ciondolo...non l'avevo visto di primo impatto....allora si è dichiarato....

Sembra che l'orso abbia infine deciso di ruggire....ma è un tipo strano....

L'altre due scoppiarono a ridere così forte che il precettore rimproverò anche loro per essersi comportate in modo nn adeguato al loro rango....con una mano di fronte la bocca Isabella esordì
Certo che dire strano a lui da parte tua è come un bue che dice all'asino che ha le corna....

Viola ci pensò e si mise a ridere anche lei....poi tra se e se pensò....speriamo di trovare bel tempo a Piombino....

magari possiamo passeggiare in riva al mare forse mi farà provare a cavalcare....

come dici Viola cara?

ahm nulla nulla parlavo tra me e me.....


e sorrise alle due in modo sornione.....
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:12 pm

--Don_Alfonso ha scritto:
Don Alfonso aspettava Viola nella propria stanza.

“Sono contento che la signorina stia meglio, ma sta trascurando un po’ gli studi.”

Viola, infatti, era uscita dicendo che sarebbe andata a dire una cosa ad Isabella e poi sarebbe tornata subito. Quel subito però durava ormai da un’ora. L’anziano precettore però era così felice di vedere finalmente la sua protetta ristabilita che aveva deciso di chiudere un occhio; in fondo aveva diritto anche lui ad un po’ di riposo. Si sbottonò un po’ la camicia e si sdraiò sul letto, respirando a pieni polmoni l’aria salmastra che entrava dalla finestra ed usciva dalla porta socchiusa. Era contento di essere in una città di mare, per far respiare un po’di aria buona ai suoi stanchi polmoni. Il sole splendeva alto nel cielo e la primavera stava lentamente cedendo in posto all’estate e poi maggio era sempre stato il suo mese preferito. Don Alfonso però non riusciva a stare troppo con le mani in mano e così decise di preparare la successiva lezione di Viola. Si alzò dal letto e si avvicinò al suo baule che conteneva più libri che vestiti. Lo aprì e cominciò a leggere i titoli dei volumi disposti ordinatamente in quello spazio ristretto. Prese un grosso codice e ritornò sul letto.

“E’ tempo che la mia bambina si avvicini ai classici”

Aprì una rara edizione dell’Iliade, non in latino, ma in greco, la lingua originale che pochi conoscevano. Don Alfonso cominciò a leggere:
”Menin aeide teà…”, compiacendosi della musicalità dei versi e congratulandosi con sé stesso per la propria cultura. Non fece in tempo a raggiungere i dieci versi che la sua fronte serena si corrugò:
“diasteten? C’è qualcosa che non mi torna… perché non riesco a ricordarmi cos’è diasteten?”

Hipazia ha scritto:
“Dovrebbe corrispondere a diesteten, la terza persona duale dell’aoristo atematico di diistemi”

Hipazia aveva trovato la porta socchiusa ed era entrata credendo di poter parlare con Viola. Invece nella stanza trovò solo il vecchio precettore sdraiato sul letto. Era strano vederlo così con la camicia sbottonata, lui che non aveva mai un capello fuori posto. Le venne da ridere ma si trattenne.

“Scusatemi, don Alfonso, sono venuta qui credendo di trovare Viola con voi. Non avevo intenzione di disturbare il vostro riposo…”

Non fece in tempo a finire la frase che Argo le passo tra le gambe e si intrufolò nella stanza, puntando verso il letto. Hipazia lo riprese appena prima che spiccasse il balzo.

“Argo! Non si fa!Vogliate scusarmi per questo increscioso incidente, tolgo subito il disturbo. Volevo parlare con Viola, ma non era niente di importante”

--Don_Alfonso ha scritto:
Don Alfonso era rimasto pietrificato quando aveva sentito quella voce alle sue spalle. Poi aveva riconosciuto Hipazia e il suo sgomento si era trasformato in sorpresa. Era rimasto a bocca aperta, ma solo per un momento, poi aveva riacquistato il controllo, si era abbottonato la camicia e si era alzato dal letto.
Gli sembrava così strano che quella carpentiera sapesse il greco, e per giunta meglio di lui, un uomo colto, un precettore. Non era certo di nobile famiglia, anzi Don Alfonso non sapeva niente della sua famiglia. Portava sempre i pantaloni e andava in giro con manico e scala in spalla. Era abbastanza educata, ma anche sbadata e distratta. Non gli era mai andata a genio, ma sopportava la sua presenza perché era amica della sua protetta e perché si era accorto che non era una persona stupida. Ma quella proprio non se l’aspettava, il greco. Quello era un grave colpo per la sua autostima. Non riusciva a spiegarsi dove l’avesse imparato.


“Aspettate un momento, vorrei parlarvi. Voi conoscete il greco?”
Hipazia ha scritto:
“Voi conoscete il greco?”

Don Alfonso la guardava stupito; appena era entrata si era riabbottonato la camicia e si era alzato dal letto con una velocità sorprendente per un uomo della sua età. Hipazia sorrise, un po’ dispiaciuta di non vederlo più in quella veste inusuale. Rimase sull’uscio e cominciò a parlare:

“Sì, conosco il greco. Capisco che possa sembrarvi strano, le carpentiere di solito non lo sanno. Vedete, mio padre Teone era insegnate all’università di Pavia, trasferitosi a Lodi dopo aver smesso di lavorare; è stato lui ad insegnarmi il greco, ma anche il latino, la matematica, praticamente tutte le arti del trivio e del quadrivio; anche la filosofia, amava molto Platone.
Quando ha cominciato a non vedere più bene, lo aiutavo scrivendo sotto dettatura, anche in latino e in greco.
Gli sono estremamente grata per questo, oltre ad avermi cresciuta, mi ha permesso di avere un’ottima istruzione, non inferiore a quella di qualsiasi nobile,con tutto il rispetto per il vostro lavoro di cui non dubito minimamente, don Alfonso”


Don Alfonso la guardava ancora più stupito, poi sussurrò:” Voi siete figlia di Teone?”

“In verità no, sono una trovatella. Però sono stata cresciuta ed educata da lui e l’ho sempre considerato mio padre, tutta la mia famiglia, in fondo era l’unica persona cara che avessi. Perché lo conoscevate?”
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:13 pm

--Don_Alfonso ha scritto:
Era destino che quel giorno restasse a bocca aperta. Era la seconda volta in pochissimo tempo. Non riusciva proprio a crederci: Hipazia figlia di Teone. Se non gli avesse detto che abitava a Lodi e aveva insegnato a Pavia, l’avrebbe creduto un caso di omonimia, invece tutto faceva presagire ciò che fino ad allora aveva tenuto nascosto. Non sapeva bene se essere spaventato o felice; in realtà non aveva la minima idea di che cosa pensare. Ciò lo faceva sorridere; lui che sapeva sempre trovare le parole giuste, sapeva sempre che cosa fosse opportuno fare, o non fare, proprio lui, il precettore don Alfonso, era come paralizzato.
Hipazia era ferma davanti alla porta e lo guardava con aria interrogativa; qualcosa doveva pur dirle e non poteva certo tenerla lì all’infinito. Sospirò, pensò per un momento a che cosa fosse necessario dire, infine cominciò a parlare. Inizialmente le parole venivano fuori a fatica, come pronunciate con un filo di voce, poi cominciarono a scorrere più fluidamente.

“Sì, credo proprio di conoscere vostro padre. Sì, credo di riconoscerlo dalla vostra breve descrizione: insegnante a Pavia, persona onesta ed intelligente, amante di Platone… non c’è da stupirsi se vi ha chiamato Hipazia.”
Sorrisero insieme.

“Abbiamo lavorato insieme a Pavia. Eravamo ottimi amici. Purtroppo gli eventi ci hanno tenuti lontani, ma gli ero molto affezionato e mi si stringe il cuore a pensare che, come credo di intuire dalle vostre parole, abbia abbandonato questa terra”.
Hipazia abbassò gli occhi.

“Poco più di un anno fa ho ricevuto una sua lettera. Mi chiedeva di consegnarvi questa…”
Le porse una busta.

Hipazia ha scritto:
“Mi chiedeva di consegnarvi questa…”

Il precettore si era allungato verso di lei e le stavo porgendo una busta. La situazione si faceva sempre più strana. Titubante prese la busta dalla mano di don Alfonso. Aprì lentamente il foglio all’interno. Riconobbe subito la calligrafia, d’altra parte l’avrebbe riconosciuta tra mille, tante erano le volte che aveva letto o trascritto qualcosa uscito dalla penna di suo padre. Le venne un nodo alla gola.

[rp]
Lodi, tredicesimo giorno del mese di Marzo, A.D. MCDLVI

Mia adorata figlia,

se stai leggendo questa lettera significa che io non sono più accanto a te e che hai incontrato un mio carissimo amico, Alfonso; significa che due delle persone a me più care sono una di fronte all’altra.

Prima di tutto voglio dirti che non ti ho mai ringraziato abbastanza per aver dato luce e senso alla mia vita monotona. So che queste parole possono sembrare scontate, ma non ne trovo di migliori per esprimere tutto l’affetto che provo per te.
Sento ormai che la vita mi sta abbandonando e ho deciso di permetterti di fare chiarezza sulle tue origini. Ho mandato ad Alfonso questa lettera, affinché, se mai t’incontrerà, te la consegni e tu possa, se lo vuoi, sapere; è in grado di raccontarti tutto, perché ha avuto un ruolo da protagonista in questa vicenda.

Spero che tu possa perdonarmi per averti nascosto a lungo la verità. Io stesso non l’ho voluta conoscere a fondo, mi piaceva pensarti semplicemente mia figlia, chiunque fossero i tuoi veri genitori. Mi scuso con te per il velo di omissioni e menzogne che ti ho steso intorno.
Non ti ho mentito quando ti ho detto di non conoscere i nomi dei tuoi genitori, ma l’ho fatto quando ti ho detto di averti trovata in un cesto sul sagrato della chiesa; è stato Alfonso a portarti da me, in una notte tempestosa di quasi venti anni fa, una notte che non dimenticherò mai. Bussarono alla porta e grandissima fu la mia sorpresa quando mi trovai davanti Alfonso. Non l’avevo mai visto così; era agitato e il mantello bagnato che gli pendeva sulla fronte gli conferiva un aspetto quasi spettrale. Lo feci entrare e sedere. Subito tirò fuori da sotto il mantello una bambina, avvolta in una coperta. Eri tu. Ti adorai dal primo momento in cui ti vidi. Una gioia immensa mi invase quando Alfonso mi chiese di occuparmi di te. Mi avrebbe raccontato la tua storia, ma io non la volli sapere, non m’interessava. Mi consegnò un biglietto di tua madre, l’ho spedito a lui, insieme a questa lettera. Se desideri sapere chi siano veramente i tuoi genitori, egli è l’unico che può sciogliere ogni tuo dubbio.

Ti chiedo di nuovo perdono.
Con infinito affetto

Tuo padre Teone
[/rp]

Insieme alla lettera c’era un rettangolo si stoffa, liso e spiegazzato, sul quale erano vergate, con mano malferma, poche righe.

[rp]Fighlia mia io sono solo una povera serva non so scrivvere e legere
non poso pasare la mia vita con te come volevo
il precetore ti trovera una famighlia
spero che loro ti chiamano con il mio nome
ti volio bene
anna
[/rp]

Era rimasta spiazzata. Ripiegò la lettera e il biglietto.

“Scusate, don Alfonso, ho bisogno di mettermi un attimo a sedere”
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:14 pm

Trilly9 ha scritto:
Erano finalmente giunti a Piombino, l'aria frizzante e la bella giornata di sole non potevano che mettere ancora più di buon umore Isabella
Andò a cercare le sue amiche, ma entrambe avevano già lasciato la locanda
Decise così di avviarsi verso la meta che tanto aveva ambito in queste due settimane
le vie di Piombino le erano ormai familiari per tutto il tempo che vi aveva trascorso in precedenza, con passo deciso e svelto giunse davanti a quella porta che non vedeva da mesi,
Isabella portava con se dei pasticcini e del vino proveniente dalla sua terra, voleva festeggiare quel momento tanto importante
Bussò alla porta... dall'interno nessun rumore fece capolino sulla strada, pensò che stesse dormendo, così riprovò a bussare leggermente più forte
Un vecchio le si avvicinò

Gentil dama vi affannate a bussar inutilmente, nessuno verrà ad aprire codesta porta, il padrone di casa è partito alcuni giorni orsono
Il sorriso di Isabella si spense lentamente sul suo viso nell'udire quelle parole
Ma come partito? Sono giunta fin da Montepulciano... per non trovare altro che una porta chiusa... ahimè sfortunata è la sorte che mi porto appresso
L'uomo la fissò per un eterno istante, poi aggiunse
Non ci è stato dato sapere dove fosse diretto, ne quando sia previsto il suo ritorno, ma a giudicare dai vostri occhi
credo abbia più motivi per tornare quanto prima, che non quelli per prolungare la sua assenza, abbia fede mia madonna, la sorte non è sempre beffarda, spesso muta

Isabella non sapeva che fare, la porta rimaneva tristemente chiusa, ma le parole di quel cortese messere l'avevano rinfrancata, avrebbe aspettato,
prima di far ritorno alla locanda si avvicinò a lui per congedarsi

Messere, non so nemmeno il vostro nome, ma permettete di ringraziarvi per la vostra gentilezza e le vostre parole di conforto
gli porse la bottiglia di vino che aveva con se
spero che con questa vogliate brindare alla mia salute, anzi alla nostra salute e all'uspicio di un pronto ritorno a casa
Ci fu solo un breve sorriso d'intesa, Isabella chiese come ultima cortesia una pergamena intonsa e un calamaio per poter vergare poche parole

[rp]Sono giunta a Piombino, ma il fato ti vuole lontano
Ti aspetto con ansia
Tua
Isa[/rp]

Infilò il foglio sotto la fessura dell'uscio, al suo ritorno l'avrebbe trovato e sarebbe venuto a cercarla alla locanda
Fece ritorno dai suoi compagni di viaggio portando con se i pasticcini, li avrebbero sicuramente apprezzati
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:14 pm

--Don_Alfonso ha scritto:
Don Alfonso osservava preoccupato la giovane seduta accanto a lui.

“Avrò fatto bene a darle la lettera? Ho aspettato tanti anni, avrei potuto aspettare ancora, forse per sempre. In fondo se non l’avesse saputo, non sarebbe cambiato niente. Anzi se non le avessi detto niente,non avrebbe mai scoperto niente. Teone però le aveva detto di averla trovata sul sagrato della chiesa, forse avrebbe comunque cercato i suoi veri genitori, avrebbe voluto conoscere le sue origini. Ma in che guaio mi sono cacciato adesso? Adesso? No, avrei dovuto restare fuori da questa vicenda fin dall’inizio. Ma come avrei potuto dire di no? Era mia dovere fare qualcosa. Tornando indietro farei lo stesso. O forse no?”

Preso dai suoi pensieri, si era alzato e camminava nervosamente da un lato all’altro della stanza.

“E adesso? Le dico tutto? Sì, tutto, è un suo diritto. Anche in nome dell’amicizia che mi legava a Teone, mi ha aiutato nel momento del bisogno, facendosi carico di una bambina, un impegno non indifferente.
Allora è deciso, le dico tutto. Ma vorrà veramente sapere? Finora la sua unica famiglia, il suo unico punto di riferimento era Teone, l’uomo che l’ha accolta e cresciuta; potrebbe non voler avere niente a che fare con chi crede l’abbia abbandonata. Che Aristotele mi aiuti...”


Tornò a sedersi sul letto vicino ad Hipazia, sospirò, poi disse:

“So che quella lettera ha fatto nascere un voi delle domande; io posso darvi tutte le risposte, sempre che le vogliate…”

Hipazia ha scritto:
Quella sembrava proprio una giornata da dimenticare.

La sola vista della calligrafia di suo padre le aveva fatto sobbalzare il cuore nel petto, il contenuto della lettera aveva peggiorato la situazione. Si era vista passare davanti anni di ricordi felici sotto un’altra luce, diversa, meno chiara. Sapeva che Teone non era il duo vero padre, ma aveva sempre pensato che lo fosse; era stato lui a crescerla ed educarla. Il primo impulso era stato quello di strappare la lettera ed andarsene, ma non avrebbe risolto nulla.
Non era facile immaginarsi una famiglia, un padre diverso, una madre e forse dei fratelli, dei parenti. Fino ad allora la sua unica famiglia era stata Teone, che l’aveva accolta quando gli altri l’avevano abbandonata. Per un attimo si maledì per essere entrata in quella stanza, se non avesse parlato con il precettore… Adesso però voleva sapere tutto, non poteva certo fare finta di niente, comportarsi come se niente fosse cambiato.

Aveva osservato don Alfonso alzarsi, camminare nervosamente per la stanza e sedersi di nuovo accanto a lei, sembrava alquanto provato. Aveva sospirato e si era detto disponibile a rispondere alle sue domande, sempre che lo volesse.
Si voltò verso di lui.

“Se lo voglio? Secondo voi? Secondo voi posso far finta di non aver visto questa lettera, uscire da questa stanza come se nulla fosse? Adesso voi dovete dirmi tutto, dalla prima all’ultima parola. Non potete distruggere una delle mie poche certezze e poi non darmi una minima spiegazione. Non me ne andrò di qui finché non avrò saputo tutto. No, non potete certo non dirmi nulla…”
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:16 pm

--Don_Alfonso ha scritto:
Don Alfonso si schiarì la voce e cominciò a parlare:

“Come volete, vi dirò tutto quello che so. Non so bene da dove cominciare. Come saprete, io ho sempre lavorato come precettore in casa Medici, occupando una sorta di posizione intermedia, stavo con i servi come con i padroni. Vostro padre era molto giovane quando si innamorò di vostra madre. Non demmo molta importanza a questa relazione, vostro padre era giovane e volubile e vostra madre una semplice cameriera. Fu allontanata senza troppe cerimonie, non era certo la prima volta che accadeva, né sarebbe stata l’ultima. Ne fui addolorato perché vostra madre non era istruita ma era molto intelligente; avevo anche cominciato ad insegnarle a leggere e a scrivere.

Molti avevano già dimenticato la vicenda quando, alcuni mesi dopo, una cugina di vostra madre si presentò a palazzo e mi chiese di raggiungere Anna, che aveva bisogno di parlarmi. Appena arrivato nella loro povera casa capii perché mi aveva fatto chiamare: il suo ventre era arrotondato e sporgente. Tornato a palazzo, comunicai la notizia al padrone, che decise di far passare la cosa sotto silenzio, avrebbero economicamente provveduto al nascituro, ma dopo averlo affidato ad un’altra famiglia. Il più lontano possibile. Andai a riferire tutto ad Anna, che pianse molto ma alla fine si disse d’accordo.
Quando Anna partorì la cugina si presentò di nuovo a palazzo. Mentre andavamo verso casa, le chiesi notizie di Anna e del bambino, ma non volle dirmi niente. Appena arrivati, mi fece passare nella camera da letto. Trovai Anna, stanca e provata, con in braccio un bambino. Mi complimentai con lei e cercai si rassicurarla, dicendole che, visto era un maschio, sarebbe stato più semplice introdurlo nella famiglia paterna. Il suo viso si rabbuiò; accanto a lei c’era anche una bambina. Aveva partorito due gemelli. Mi disse che quello che avevo appena detto le faceva pensare di aver preso la decisione giusta; mi avrebbe dato il bambino e si sarebbe tenuta la bambina, della quali io non avrei dovuto parlare. Così feci. Presi il bambino e il giorno stesso lo portai da un fattore della famiglia Medici, che l’avrebbe dato ad un suo cugino, che abitava in una cittadina di provincia in piena campagna. Comunicai il tutto a palazzo, senza mai citare la bambina.

Alcuni giorni dopo la cugina di vostra madre si presentò di nuovo a palazzo e mi condusse in gran fretta a casa sua. Vostra madre stava male, aveva una febbre molto alta. Cercai di rassicurarla ma era chiaro che non ce l’avrebbe fatta. Mi affidò la bambina ed io, come avete letto, chiesi aiuto a Teone. Il resto della storia lo conoscete meglio di me. Non chiedetemi dove sia il vostro gemello adesso, non l’ho so nemmeno io.”


Sorrise, si era tolto un peso.
Hipazia ha scritto:
"Io, mia madre Anna, un fratello?"

Hipazia era sconvolta, confusa, ma allo stesso tempo felice. Ancora però non le era tutto chiaro, fino ad allora credeva di non avere una famiglia e adesso scopriva di avere addirittura un gemello.
Don Alfonso sorrideva, probabilmente pensava di essersi tolto un peso, peccato che l'avesse passato a lei. Pensò che la cosa migliore da fare fosse parlare con Viola, sembrava che fossero parenti; ma non l'avrebbe certo fatto da sola, il precettore sarebbe venuto con lei, in fondo non pochi avvenimenti dipendevano da lui. Avrebbe preparato le valigie per la partenza imminente e contava di trovare Viola al pianterreno con Isabella.

"Don Alfonso, vorrei parlare con Viola di quello che mi avete appena detto, ma vorrei farlo con voi. La partenza però è prevista per stasera ed io non sono ancora pronta. Adesso, con il vostro permesso, vado a prepararmi, ci incontreremo tutti all'entrata della locanda tra poco e vorrei approfittarne per parlare con Viola e con voi, se sarete così gentile da aiutarmi."

Non gli dette neanche il tempo di annuire e si precipitò nella sua stanza seguita da Argo.

Non fu difficile preparare in fretta i bagagli, ormai era abituata ed era anche molto agitata. Era in ritardo per l'ora concordata, ma era comunque la prima, se si escludeva una dei molti bauli di Viola che era già vicino alla porta. Ci si mise a sedere sopra.

"Ma guarda un po', Argo, se si possono lasciare i bagagli così incostuditi? Forse vuol dire che Viola arriverà tra poco, speriamo, ho bisogno di parlarle. Strano che Isabella non sia ancora pronta, di solito è sempre la prima, non vorrei che le fosse successo qualcosa..."
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:17 pm

Trilly9 ha scritto:
Isabella questa volta non aveva preparato nessun bagaglio, la sua permanenza a Piombino doveva prolungarsi
aveva deciso di aspettare il ritorno di quella persona tanto speciale, ma che al suo arrivo non era in città
Uscì dalla sua camera e scese al piano inferiore, Viola e gli altri compagni di viaggio non eran ancora arrivati, solo Hipazia e Argo erano pronti e aspettavano l'arrivo di qualcuno
Si sedette sul baule di fianco a Hipa e la guardò sorridendo, l'amica guardandola con fare strano le chiese dove fossero i suoi bagagli

Hipa, mi spiace dovervi lasciare, ma devo rimanere a Piombino, aspetto una persona per me molto importante e quindi rimarrò un po' qui in attesa che torni!
Mi raccomando tu e Argo non combinate i soliti guai, al ritorno non ci sarò a tenerti d'occhio, non far disperare Viola!

La guardò sorridendo e fece una carezza ad Argo che scodinzolò come sempre festoso
Viola, Diego ed Alemanno??? Ancora non si sono visti? Ti faccio compagnia, così mentre aspetti che arrivino non sei sola e poi li voglio salutare prima della partenza
Ho preso anche qualche pensierino per voi tutti, così nel viaggio di ritorno mi pensate


Tirò fuori dalla borsa che portava con se dolci e prelibatezze che avrebbero potuto gustare durante il viaggio di ritorno

Diario di un viaggio tanto atteso Z219

Diario di un viaggio tanto atteso Fare-i-cioccolatini-in-casa

Diario di un viaggio tanto atteso Baci

Ci sono cantucci e vin santo per i messeri, cioccolatini assortiti e dei biscotti, li chiamano "baci di dama" mai visti prima ma sono squisiti
Mi raccomando evita di mangiarti tutto tu, la prima giornata di viaggio, ci sono abbastanza dolci per ucciderti se li mangi tutti insieme

Si mise a ridere vedendo l'espressione di Hipazia
Su permalosona, carica tutto sul carro io vado a dare un'occhiata magari scopro dove sono gli altri
Così dicendo si alzò e andò a fare un giro nei dintorni della locanda
Ladyviola ha scritto:
Viola arrivò giusto in tempo per i doni.....

Oh eccovi qui....perdonatemi per ieri ma un terribile mal di testa mi ha costretta a letto...stasera partiremo però....

Ma un espressione strana di Hipa la fece trasalire.....

Oh Hipa davvero scusami sapevo quanto zelo ci hai messo per prepararti....

In verità...Viola i miei pensieri eran altrove...Donj Alfonso non ti ha detto nulla?

Confusa,Viola guardava le fanciulle....poi fece segno di no con il capo....un attimo dopo si intristì
Se riguarda Giulio vorrei no0n parlarne....mi manca così tanto....
Isabella a quelle parole la strinse forte....
Su Viola che così rendi la partenza una tragedia per me....

lo so lo so....ma ora davvero non comprendo voi....che misteri mi celate?

io nessun mistero Violetta e tu ben lo sai....ma forse....

ed entrambe guardarono Hipazia rimasta seria....infine la stessa disse...

Viola dobbiamo parlare....
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:18 pm

Hipazia ha scritto:
"Viola, dobbiamo parlare..."

Viola era appena arrivata, le avrebbe voluto dire subito tutto, ma non sapeva da dove cominciare; confidava nell'aiuto di don Alfonso, ma il precettore non si vedeva. Il suo stato d'animo doveva essere fin troppo evidente; appena l'aveva vista Viola si era preoccupata.

"Dannato precettore, dove diavolo è finito? E ora, che cosa faccio?"

Si voltò verso Isabella.

"Isabella, mi dispiace che tu rimanga qui, finora il viaggio con te è stato bellissimo. Ma se devi aspettare quella persona che ti fa essere così distratta e sbadata... beh, è meglio così! Stai tranquilla, Argo ed io non faremo disperare nessuno, almeno non più del solito, vero Argo?"

Si piegò per prendere in braccio il cane.

"Uff! Sei diventato più pesante dall'inizio del viaggio, sei cresciuto o solo ingrassato?"

Si voltò verso l'altra ragazza.

"Viola, ho sentito di Giulio, mi dispiace, davvero.
Vorrei parlarti di una questione importante, ma vorrei farlo con il tuo precettore..."

--Don_Alfonso ha scritto:
I rumori provenienti dal piano di sotto svegliarono don Alfonso.

"Non è possibile, mi sono addormentato!"

L'emozione e la stanchezza per il lungo viaggio gli avevano giocato un brutto tiro.
Si alzò dal letto e cominciò a fare i bagagli in fretta e furia.

"Proprio oggi mi dovevo addormentare? Hipazia mi aveva chiesto di parlare con la mia Violetta? Sarà una furia."

Aveva radunato tutti i vestiti e adesso raccoglieva i libri.

"Uno, due, tre... dove ho messo l'Iliade? Ah, eccola là, vicino al cuscino!
Non ho più l'età per certe cose..."


I bagagli ormai erano completi, si affacciò alla porta e chiamò un cameriere.

"Ragazzo, portate i miei bagagli al pianterreno, subito!"

Uscì dalla camera e percorse il corridoio poi cominciò a scendere le scale più velocemente possibile, facebdo un gran rumore.

"Aristotele, fammi la grazia..."

Arrivò ansimando al piano di sotto. Viola, Isabella e Hipazia, probabilmente incuriosite dal trambusto stavano osservando le scale e si stupirono vedendolo arrivare.

"Viola... anf... bambina mia, dobbiamo parlare..."

Ladyviola ha scritto:
Viola guardò il precettore infine disse....

Ebbene?volete parlarmi e anche Hipazia...quale mai può esser la ragione di questo?

Attese paziente anche se il cuore gli cominciò a batter veloce sotto il corsetto.
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:19 pm

Sir_imbert ha scritto:
Montepulciano, 5 febbraio 1457

Imbert stava accovacciato tra la paglia nel carretto che l'aveva trasportato dalla sera prima: era solo l'ultimo dei carretti nei quali si era intrufolato per compiere il suo viaggio senza meta.
Questo almeno era comodo, la paglia lo nascondeva, era un morbido giaciglio ed in più lo aveva tenuto caldo durante la notte; molto meglio di quello precedente, che trasportava pesce, ed aveva impuzzolentito così tanto i suoi vestiti che era stato costretto a lavarli in un torrente e portarseli dietro in un fagotto viaggiando quasi ignudo...
a quel freddo poi...

Il carretto rallentò sulle sue ruote scricchiolanti, e Imbert sentì il conducente scendere dal cocchio lentamente.
"Accidenti!" pensò "Non ora! E' ancora presto!" e ancora con gli occhi chiusi, allungando la mano, cercò a tastoni il sacchetto che si portava dietro dall'inizio del viaggio e il fagotto di vestiti ancora bagnati...
"O te chi sei??? Che ci fai lì sopra!?!" sentì urlarsi contro...
Aprì di scatto gli occhi, e vedendosi sorpreso dal vecchio conducente afferrò le sue cose balzando a terra, per darsi a una fuga forsennata verso le mura della città che vedeva prossima d'innanzi a sè.
Non si era accorto, nella fretta, di aver preso per sbaglio un secondo sacco al posto del fagotto di vestiti, ma ormai era tardi, e non si sarebbe fermato finchè non avesse fatto perdere la vista di se stesso all'ignaro corriere che l'aveva ospitato sul suo carro.
Traversate le mura della città si trovò in un ricco frutteto, pieno di piante di varia misura, alcune delle quali con rami carichi di mele; c'era gente a raccoglierle arrampicata su delle scale, e vedendosi coperto solo di qualche straccio ebbe vergogna e cercando di non farsi notare si allontanò, mentre accortosi di aver preso dal carro il sacco sbagliato controllò quale fosse il suo contenuto...
"Andiamo bene..." disse fra sè e sè "Due pezzi di pane... e duro anche!" questo era il contenuto...
"Di sicuro il proprietario non sarà troppo arrabbiato! Nello scambio ci ha guadagnato lui! Saranno anche stati vestiti vecchi, ma sempre vestiti erano..."
Traversò tutta la città, da nord a sud, sempre cercando di sfuggire alla vista dei suoi abitanti, nascondendosi dove poteva.
Giunto al lato sud della città, vide tra due campi una baracca in legno: avvicinatosi, la esaminò, e vedendola vuota decise di occuparla.
Sedutosi per terra, con le spalle poggiate ad una delle pareti, prese uno dei due pezzi di pane, e l'addentò: la fame era tanta, e non poteva permettersi di fare lo schizzinoso...
Aprì l'altro sacchetto e dette una sbirciatina dentro: i 50 ducati erano lì.
"Per fortuna non ho lasciato sul carretto voi, eh..." mormorò sogghignando "mi servirete per stabilirmi in questa città! Sono stanco di errare... Questo mi sembra un bel posto per fermarsi un po'... Per prima cosa ho bisogno di vestiti nuovi... Non posso andare in giro con questi stracci addosso... Cercherò una sartoria oggi stesso!"

Dopo essersi rifocillato, si incamminò di nuovo verso il centro abitato; vedendo l'insegna di una sartoria si avvicinò all'entrata, e allungando il collo cercò di sbirciare all'interno prima di entrare.
L'occhio andò subito a cadergli su un listino prezzi appeso dietro il bancone:
"Cosa??? 110 ducati per una camicia??? 70 per dei pantaloni??? O come faccio ora... Non mi bastano i ducati che ho nemmeno per coprirmi decentemente... Devo inventarmi qualcosa..."

Voltandosi per allontanarsi dalla sartoria quasi si scontrò con una dama che passava di lì.
"Perdonatemi madama!!!" escalmò rosso in faccia di vergogna, un po' per la goffaggine con la quale quasi le era finito in braccio, un po' per il pensiero di presentarsi così conciato... "Non l'ho fatto apposta! Scusatemi!"
"Non preoccupatevi messere, non è successo nulla" rispose la fanciulla con dolcezza "Non vi ho mai incontrato prima... siete forestiero?" domandò.
"Ehm... si, forestiero... Sono arrivato stamattina qui a... a..."
"A Montepulciano intendete..."
"Montepulciano..." pensò Imbert "il vecchio ne ha fatta di strada stanotte!"
"Si, Montepulciano, certo..." farfuglio nascondendo i suoi pensieri "Voi madama siete del posto?"
"Certo messere: mi chiamo Hipazia, sono il tribuno della città. Se avete bisogno di indicazioni o di cos'altro, se posso sarò ben lieta di aiutarvi..."
Imbert scrutò meglio la dama che le stava di fronte sorridente
"Carina... Che gentilezza! Il tribuno della città..." pensò "Che se ne farà di quella scala fissata in spalla??? Mah..."
"Sentite madama: essendo appena arrivato non conosco nessuno, e mi chiedevo dove potevo trovare occupazione, che sò, prestare servizio a qualcuno, per poter sistemarmi un po'... Vedete, stamattina ho avuto uno spiacevole incidente, e mi trovo ora solo con questi stracci addosso... Visti i prezzi della sartoria qui accanto, stavo pensando che mi servirebbe di poter guadagnare qualche ducato... Mi sapete indicare qualcosa?"
"Se fate presto, in miniera, qua subito fuori le mura, assumono lavoratori per 15 ducati al giorno, ma se vi accontentate di meno, in chiesa il nostro parroco ha sempre bisogno di qualcuno che l'aiuti..."
15 ducati al giorno non erano molti, ma sempre meglio che nulla, quindi Imbert si affrettò a rispondere alla gentile fanciulla avviandosi al contempo verso la porta a sud delle mura:
"Grazie tante madama Hipazia, siete stata gentilissima!!! Vado subito, prima che tutti i posti siano occupati... Spero di rivedervi!! A presto!!!" e iniziando quasi a correre prese la direzione indicatagli dalla dama, che intanto lo osservava allontanarsi con aria un po' stupita e un sorriso divertito ancora sulle labbra.
"Che strano personaggio!!!" pensò meravigliata.
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:22 pm

Hipazia ha scritto:
Hipazia prese coraggio, fece un sospiro profondo poi cominciò a parlare:

"Ecco, Viola, oggi pomeriggio ti cercavo per parlare delle prossime tappe del viaggio. Ho bussato alla porta della tua stanza ma non ha risposto nessuno, così pensando che fossi con il precettore, sono andata nella sua stanza, ma l'ho trovato da solo, intento a leggere l'Iliade. Non si aspettava proprio che conoscessi il greco. Quindi gli ho raccontato che è stato mio padre Teone, a Lodi, ad insegnarmelo. A quanto pare il tuo precettore lo conosceva molto bene, credo che abbiamo studiato insieme..."

Si voltò verso il precettore come per cercare conferma, poi ricominciò a parlare.

"Vedi., sapevo che Teone non era mio padre, mi aveva sempre detto di avermi trovata in un cesto sul sagrato di una chiesa; ero una trovatella. Teone mi ha raccolto, cresciuta ed educata. Non ho mai messo in dubbio le sue parole. Oggi però, parlando con don Alfonso, ho cominciato a metterle in dubbio. Mi ha fatto vedere una lettera…”

Prese la busta di tasca e la porse a Viola

Forse adesso è meglio che continui don Alfonso...”

Ladyviola ha scritto:
Viola prese la busta e leggendo il contenuto scosse la testa....

ma mia cara che importanza vuoi che abbia se sei una trovatella o meno io ti considero comunque una buona amica....

il precettore tossì e poi poggiando una mano sul braccio della dama disse

e qui vi sbagliate...non è affatto una trovatella...

Viola allora intuendo che fosse un discorso serio e lungo appoggiò la schiena alla poltroncina e congiunse le mani....

vi ascolto....
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MessaggioTitolo: Re: Diario di un viaggio tanto atteso   Diario di un viaggio tanto atteso Icon_minitimeDom Mar 11, 2012 9:25 pm

--Don_Alfonso ha scritto:
Don Alfonso si schiarì la voce e cominciò a parlare.

"Violetta cara, attenta alle conclusioni affrettate. Come puoi leggere da quella lettera, ho una parte da protagonista in questa vicenda, aspetta di ascoltare quello che ho da dire al riguardo.
Bambina mia, sai bene che sono sempre stato al servizio di casa Medici e ho sempre fatto di tutto per adempiere al mio dovere, anche quando non condividevo a pieno le decisioni del padrone, come in questo caso.

Quando scoprimmo che il signorino… ehm….si era incapricciato di una serva, decidemmo di allontanarla. Poco dopo venni a sapere che era in dolce attesa. Lo comunicai subito al padrone. Fu stabilito di far passare la cosa sotto silenzio e di provvedere economicamente al nascituro a patto di affidarlo ad un’altra famiglia.
Quando Anna , questo era il nome della serva, partorì, fui avvisato e mi recai da lei. A malincuore avrei dovuto prenderle il bambino per affidarlo a dei parenti di un fattore della famiglia Medici. La trovai però con due bambini, due gemelli, un maschio ed una femmina. Mi scongiurò di farle tenere la bambina, ed io acconsentii, in fondo il padrone mi aveva comandato di portare un bambino dai contadini e ciò fu eseguito puntualmente.
Pochi giorni dopo però Anna cominciò a stare male, era febbre da parto. Mi fece chiamare al suo capezzale e mi chiese di provvedere alla bambina. Non sapendo a chi rivolgermi, decisi di chiedere aiuto ad un mio vecchio compagno di studi che abitava a Lodi, Teone. Hipazia quindi è cresciuta con lui, anche se è una tua parente, per l’esattezza tua prozia.

Nessuno all’interno della famiglia fino a poco tempo fa sapeva dell’esistenza dei gemelli, ma l’ho rivelato ad uno dei fratelli, uno dei tuoi prozii, che si era messo in testa di ritrovarli; ironia della sorte, ci sono riuscito prima io, senza neanche volerlo…”
Sir_imbert ha scritto:
Montepulciano, 19 marzo 1457

Era ormai passato più di un mese da quando Imbert aveva deciso di stabilirsi a Montepulciano.
Le sue giornate erano passate tra la fatica e la miseria: di giorno era spesso andato a lavorare nella miniera, dalla quale usciva stanco e con pochi spiccioli in tasca, fino al conguaglio domenicale che la Repubblica gli corrispondeva...
Si era cibato di pane e mais fino ad allora, imparando a convivere coi crampi della fame, ma in compenso aveva messo da parte un gruzzoletto che lo faceva essere ottimista sul suo futuro.

Quella mattina, svegliatosi come sempre al canto del gallo, quel maledetto gallo che tutte le mattine lo faceva sobbalzare al primo albeggiare, mangiato il suo pezzo di pane quotidiano era uscito dalla stamberga dove aveva stabilito la sua residenza...
"Se penso alla miniera vomito il pane che ho appena mangiato" meditò "Devo inventarmi qualcosa, non posso andare avanti così... E' più di un mese che mi spacco la schiena in quel buco sotto terra, e ancora non sono riuscito a comprarmi neanche un paio di scarpe... Non è vita questa!!!"
In quel momento gli venne in mente il giorno che arrivò in città: in particolare, quel frutteto così bello e ricco che aveva attraversato di soppiatto...
Prese la direzione inversa a quella che prendeva ogni mattina, e vi si diresse di buon passo.

Arrivato al frutteto, vide un paio di raccoglitori intenti a staccare dai rami più alti belle mele rosse, che facevano venire l'acquolina in bocca solo a vederle...
"E chi ci arriva lassù!!!" valutò con un filo di disperazione "Hanno tutti una scala... Ecco quello che mi serve! I vestiti possono attendere, tanto ormai mi hanno visto tutti girovagare come un pezzente... La reputazione devo costruirmela piano piano..." e così pensando si avviò verso il mercato centrale alla ricerca dell'attrezzo indispensabile a cambiargli la vita.
Arrivato al mercato, adocchiò subito su un banco un paio di scale in vendita: si avvicinò timidamente cercando con lo sguardo di intuire se fossero alla portata dei risparmi che aveva messo da parte...
"74 ducati??? Ma sono pazzi qui...!!! Ci metto quasi una settimana a guadagnarli in miniera..." esclamò un po' deluso "Vediamo quella più piccola..." cercò di darsi coraggio, speranzoso di potersela permettere "26 ducati!!! Ora si ragiona!!!" e si avventò sull'arnese per testarne la solidità.
"Siete interessato a quella scala messere?"
aveva già udito quella voce: di colpo il suo ricordo andò al giorno del suo arrivo...
Era la donzella che quasi faceva cadere scontrandovisi di fronte alla sartoria, colei che gli aveva indicato la direzione della miniera...
"Ah, voi qui... Buongiorno madama..."
"Hipazia! Vi ricordate? Ci siamo conosciuti tempo fa..."
"Hipazia!!! Certo!!! Certo che mi ricordo!" si riprese velocemente dall'iniziale imbarazzo di quell'incontro inaspettato, e dopo una breve pausa continuò: "Non mi aspettavo di incontrarvi qui al mercato... E' vostra questa scala?"
"Certo messere! Le faccio io queste scale! Sono una carpentiera! A cosa vi serve? State pensando di andare al nostro frutteto a raccogliere?"
"Si, in effetti pensavo proprio a quello... E ditemi una cosa: con questa scala pensate possa raggiungere frutti a sufficienza per potermi mantenere meglio di come già faccio lavorando in miniera?"
Hipazia sorrise come provasse tenerezza per quell'ingenuo, strano nuovo arrivato...
Con la consueta gentilezza gli rispose "Messere, sicuramente quella scala vi può permettere di fare anche buoni raccolti, ma molto dipende anche da voi: serve forza per sporgersi verso i rami più alti tenendo in mano il cesto pieno di frutti, e serve arguzia per scegliere quale sia la pianta migliore alla quale dedicare la propria giornata di lavoro... Con questo non voglio dire che non siate adatto, eh, non fraintendetemi... Ma vi vedo un po' mingherlino ancora... Dovreste mangiare più carne!"
"E ci credo che sono mingherlino!!!" pensò indispettito Imbert "Faccio la fame con quel che guadagno!!! Bisognerà che investa quei ducati che ho in maniera più oculata che spenderli in vestiti... La situazione richiede che non badi all'apparenza, ma al sodo!"
Vedendolo un po' perso nei suoi pensieri Hipazia provò ad indirizzarlo di nuovo:
"Fate una cosa: alcuni banchi più avanti, qua sulla sinistra, c'è la bottega di uno dei migliori macellai della città, Aldo Tramontano si chiama, è anche il nostro sindaco! Sono sicura che lui saprà consigliarvi dei tagli di carne ottimi ed economici..."
"Grazie dama Hipazia, siete sempre molto gentile con me..." le sorrise Imbert "La scala la prendo!!!"
E pagati i ducati alla fanciulla, si caricò la scala in spalla e fece per salutare:
"Che maleducato che sono!!! Non mi sono nemmeno presentato... Mi chiamo Dainello, ma tutti mi chiamano da sempre Imbert"
La dama, trattenendosi da una fragorosa risata, rispose contenuta: "Vi chiamerò anch'io così... Imbert!!! Suona meglio!"
"Dainello???" pensava divertita Hipazia mentre pronunciava quelle parole "Ma che razza di nome è??? Che buffo..."
"Bene, vi ringrazio ancora madama, è ora che mi muova, voglio cominciare a raccogliere oggi stesso! A presto!!"
e salutandola con un inchino si incamminò verso la bottega del macellaio come gli era stato indicato...


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