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un giro tra i feudi di Viola De Medici & Matteo Della Gherardesca
 
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  [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena

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MessaggioTitolo: [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena     [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 10:37 pm

Inizio 10 Dicembre 2008

Lordtew ha scritto:
Tew s'alzò dal tavolo del Consiglio, osservando nuovamente il documento davanti a sé. Non un paio d'occhi mancò d'osservarlo, mentre si ritirava nelle sue stanze e meditare prima di prendere una decisione. Si ritrovò a guardar fuori dalla finestra la rotonda luna che splendeva a mezza strada, in un cielo nero ordito di stelle. Fissà il proprio sguardo nel riflesso evanescente che traspariva sul vetro della finestra. Avvolse i suoi occhi nel nero dei propri, e cominciò a pensare, come se già conoscesse le parole che scorrevano nella sua mente:

Cos’è un uomo, se la parte migliore della sua esistenza è solo un trafficare di sonno e pasti? Una bestia, nient’altro. Sicuramente chi ci diede un pensiero così vasto da poter guardare insieme passato e futuro, non ha dato questa capacità, questa mente quasi divina per lasciarla lì, ad ammuffire dentro di noi, spenta.

E allora non lo so, deve essere qualche letargia da bestia, qualche vigliacco scrupolo a pensare con troppa precisione al risultato - un pensiero che spaccato in quattro si divide in tre parti di paura e solo una di saggezza - sta di fatto che io non so perché vivo e dico: “Bisogna fare questa cosa”, quando ho il motivo, il desiderio, la forza, gli strumenti per farla.

Esempi grandi quanto il mondo m’incalzano. Ecco qui la prova: questo esercito, così potente e costoso, guidato da un principe tenero, delicato, nel cui animo soffia il vento divino dell’ambizione. Lui lo provoca, il risultato invisibile. Anche solo per un guscio d’uovo espone quel che è mortale ed incerto alla sorte della fortuna, della morte, del pericolo. La grandezza non è agitarsi senza grandi motivi, ma battersi con grandezza anche per un filo d’erba, se è in gioco la dignità.
Ed io, che ho fuoco per il sangue e la ragione, lascio tutto a dormire. E qui invece ventimila uomini in punto di morte per un capriccio, per uno straccio di gloria. Eccoli, vanno verso la tomba come un letto morbido, combattono per un fazzoletto di terra che non regge neppure il peso delle loro armi in
battaglia, che non basterà neanche a coprire i corpi massacrati. vergogna.

D’ora in poi solo distruzione nella mia mente o la stimerò meno che niente.

Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte.
Morire, dormire, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale, ci trattiene: é la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale?
Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo? Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome...
*

Si risolse. Tornò nella sala del Consiglio. Guardò uno ad uno i consiglieri presenti, scorgendo titubanza ma fiducia nei suoi occhi.
Prese la pergamena e appose la propria firma. La ceralacca calda aveva l'odore secco e profondo d'un ricordo svanito nel tempo.


Citazione :
Noi, il Principe Lordtew ed il Consiglio della Repubblica di Firenze,
sempre movemmo ogni nostro sforzo, sin dall'inizio di codesta crisi, a portare ciascuno dei contendenti verso un pacifico e favorevole accordo.
Facendo propria una richiesta espressa da Sua Maestà il Principe di Siena, il Principe di Firenze fece qualunque cosa in suo potere affinché l'intera vicenda addivenisse ad una pacifica conclusione.

Contestualmente, la Repubblica Fiorentina ha tollerato le scorribande di un brigante sul proprio territorio, poco curandosi del suo paese di appartenenza, ed anzi rivolgendo la propria fiducia ai membri d'un Consiglio che assicurava un pronto intervento nei confronti del rinnegato assalitore. Intervento che naturalmente non si verificò. E solo la forza d'animo ed il coraggio degli abitanti di Piombino, vessillo e gloria della nostra Repubblica, ha impedito, a costo di numerose vite, che nuove barbarie venissero commesse in territorio Fiorentino.
Se dunque è possibile tollerare la follia di un disperato, difficile fu soprassedere sulle responsabilità di chi non era stato in grado di punirlo. Ma così fu fatto, in nome di un sereno rapporto di lealtà tra le nostre Repubbliche.
Rapporto che, benché guastato dall'ardita impresa di un uomo che ha agito di propria spontanea iniziativa, ha sempre portato il Consiglio della Repubblica Fiorentina a soprassedere alle continue ingerenze che la Repubblica di Siena, per mano di differenti membri del Consiglio, ha ripetutamente compiuto nel libero giudizio d'uno stato sovrano ad essa vicino. Solo l'abilità diplomatica d'un leale principe come Laeto, mentre subiva le offese capziose dei propri concittadini, temperava con promesse di stima la gravità degli atti che erano stati compiuti.
Tale invasione in altrui sfere di competenza è giunta fino alla presa in ostaggio di cittadini e membri dell'esercito fiorentino. Uomini e donne che pur avendo abbandonato, in perfetta buona fede, l'esercito ribelle Amesha, si sono ritrovati loro malgrado sottoposti ad un indegno e diffamante processo. Per alcuni è stato possibile trattare, ma in molti casi le nostre offerte di collaborazione hanno trovato risposta solo nel sordo silenzio.
Consci che il popolo, a cui dobbiamo la nostra carica ed il nostro ruolo, sarebbe stato la prima vittima d'uno scontro diretto tra i nostri paesi, abbiamo più volte optato per la strada del dialogo e della comprensione. Ma di fronte al trattamento ignominioso riservato ai nostri concittadini rimasti ancora in territorio senese, alcuni dei quali costretti a combattere e a rischiare la vita contro propri concittadini, amici e conoscenti, non è stato più possibile concedere ulteriore fiducia.

Fiducia che pure è stata dispensata, nelle sale della nostra Ambasciata a Siena, chiedendo più volte al Consiglio di Siena di dare l'avvio alla stesura di trattati di amicizia e di collaborazione. Nuove offerte cadute nel silenzio, peggior risposta di qualunque rifiuto, perché implica il mancato riconoscimento del proprio interlocutore.

La campagna denigratoria contro Firenze che si è recentemente scatenata in pubblica piazza non è che una ragione ulteriore per temere come i recenti avvenimenti e le notizie che giungono dalla terra senese siano avvisaglie di un grave e imminente pericolo per Firenze. Mani vengono armate ed eserciti vengono eretti quando già il nemico si muove in ritirata. A cosa servano codeste schiere è un dubbio a cui non concederemo di attraversare le nostre menti.
La recente notizia che sotto i vessilli di Siena marciano briganti fuoriusciti dall'esercito di Sciamano, i cui nomi sono tristemente noti in varie parti della Repubblica Fiorentina, ci costringe ora a prendere una decisione, di fronte al mirabile esempio di coerenza offerto da chi è troppo portato ad appellarsi ad un bene più grande per giustificare i propri atti d'aggressione.
Se il Consiglio della Repubblica di Firenze fallisse nel difendere i propri cittadini ed il proprio paese contro questo pericoloso avvenire, comprometterebbe la salvezza e l'esistenza stessa della Repubblica Fiorentina.

Per queste ragioni,
1. preso atto che mai convivenza pacifica e serena potrà esserci finché le troppe questioni sospese tra la Repubblica di Firenze e la Repubblica di Siena non saranno risolte;
2. considerata l'assoluta mancanza di presupposti acciocché le due Repubbliche possano pervenire ad una stabilità duratura finché l'attuale classe dirigente siederà nel Consiglio di Siena;
3. constatata la completa predisposizione alla guerra dimostrata dai candidati alla guida della Repubblica di Siena nelle prossime elezioni;
4. convinti che la soluzione stia nell'unificare e nell'equiparare, come il solo popolo del quale fanno parte e che è più alto d'ogni istituzione repubblicana;

il Principe Lordtew ed il Consiglio della Repubblica di Firenze stabiliscono che vi sia guerra, e che sia di conseguenza dichiarata esistere tra la Repubblica Fiorentina e la Repubblica di Siena; e che il Principe Lordtew sia dunque autorizzato a usare l'intera forza armata della Repubblica Fiorentina per perseguire l'attività bellica, così come ad autorizzare eserciti privati, nella forma che ritiene più adeguata e sotto il controllo della Repubblica stessa, ad aiutare l'esercito Repubblicano contro gli eserciti e le città della Repubblica di Siena, e i soggetti reciproci.

La presente dichiarazione di guerra si prefigge uno scopo: il superamento delle divisioni tra Firenze e Siena attraverso la fondazione di un unico Granducato di Toscana che raggrupperà entrambe le Repubbliche, mettendo fine a discordie e tensioni reciproche.
Per questa ragione, vengono poste alla Repubblica di Siena e alla sua cittadinanza le seguenti condizioni di resa:

1.Immediata consegna di armi (bastoni, spade e scudi) ad ufficiali dell'esercito fiorentino;
2.Cessazione di ogni attività ostile nei confronti di Firenze, dei membri del suo esercito, degli eserciti suoi alleati o di cittadini privati presenti su territorio senese o straniero;
3.Resa ed annessione delle tre città che costituiscono la Repubblica di Siena all'intero della Repubblica Fiorentina.
4.Nomina di tre sindaci di cittadinanza fiorentina a sindaci elle tre città, per garantire l'adeguata collaborazione durante la fase di transizione;
5.Scioglimento di qualunque esercito presente sul territorio senese non provvisto dell'autorizzazione da parte del Consiglio della Repubblica Fiorentina;
6.Come dimostrazione di buona volontà, verrà istituita una consulta, costituita da 12 cittadini senesi, che vigileranno su eventuali abusi di potere durante la fase di transizione dei poteri e di creazione delle istituzioni del Granducato di Toscana.

Dato lo stato di guerra esistente d'ora innanzi tra la Repubblica di Firenze e la Repubblica di Siena, qualunque cittadino senese sarà considerato nemico dai nostri eserciti, a meno che non dichiari la propria resa e accetti di consegnare le proprie armi. Chi si consegnerà verrà risparmiato. Chi combatterà subirà la sconfitta in battaglia o il dolore della prigionia in una terra che non sarà più amica né straniera, ma nuova e patria di tutti i propri cittadini.

Il Principe Lordtew
Il Capitano Galandas
Il Consiglio della Repubblica Fiorentina

 [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Verdi2oh6

*Parole d'un bardo che già non fu, ma che racconta e insegna a prescindere d'epoca e tempo
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena     [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 10:38 pm

Galandas ha scritto:
Ai Marescialli dell'esercito repubblicano, ai volontari, al popolo tutto

Citazione :
Marescialli e militari dell’Esercito della Repubblica Fiorentina,
Il principe Lordtew e il consiglio tutto, hanno dichiarato guerra alla Repubblica di Siena.
Da oggi ogni soldato di Legio Pacis avrà l’arduo compito di mantenere alto il nome della nostra Repubblica e del nostro principe.
La via della diplomazia non ha portato frutto. La guerra adesso è l’unica medicina a quel male che se alimentato rischia di contagiare il nostro popolo.

Io Capitano Galandas degli Ubertini ho giurato al principe la mia fedeltà e il mio impegno nel condurre al meglio il mio battaglione.

Non più spazio alle parole, non più spazio ai sentimenti. Andiamo dritti verso il nemico e combatteremo la nostra guerra. La guerra del popolo di Firenze, perché con la nostra forza condurremo tutta Firenze a vivere una volta per tutte in pace, senza nemici prepotenti ai confini. E non più minacce e affronti.

Domani è un giorno da ricordare, una data in cui voi tutti di Legio Pacis entrate nel grande libro di storia di RR. Insieme combatteremo per la creazione della PACE tra le due repubbliche. Perché da domani Firenze e Siena avranno uno scontro epico per la costituzione del Gran Ducato di Toscana.

Marescialli, maggiori, dragoni, tenenti, alfieri, caporali, fanti scelti, fanti, tamburini,
tanti tasselli di un mosaico, l’esercito; uniti con fedeltà e rispetto proteggeremo la nostra terra, le nostre famiglie, le nostre case.

Non più schiavi delle Paure,
Non più schiavi delle Prepotenze,
Non più schiavi delle Minacce,

Il coraggio invaderà il nostro cuore,
Un bagliore accecherà i nostri occhi,
L’elsa di una spada toccherà la nostra mano,

Non per Gloria
Non per Vendetta

Ma per Amore
Della patria
Firenze,
All’armi!
Alla battaglia!
Alla battaglia!

Il capitano per la repubblica di Firenze

Galandas
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena     [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 10:39 pm

Cledada ha scritto:


Comec'è scritto nella mia firma:
SIENA SCAPPA CHE FIRENZE TI TIRA LA SCARPA

pnj ha scritto:
Mio signore, miei compaesani, miei amici e fratelli... io m trovo adesso come molti altri Fiorentini, a Grosseto. Farò di tutto per portare onore a Firenze e a vostra signoria, che la mia vita sia data a Firenze, poichè Firenze possa vincere sempre e ovunque. Il mi bastone è al vostro servizio mio signore lord Tew

Dopo aver spedito la lettera, s tolse il bastone dalla schiena, lo alzo verso il cielo e urlò: "Per Firenzeeeeeeeeeee!

Quando l'urlo cessò, il falchetto che portava il messaggio era già sparito all'orizzonte
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena     [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 10:43 pm

Nudus:
Le voci corrono... soprattutto le brutte notizie...
E quando Nandus comprese che quelle non erano solo voci, entrò nella bella Chiesa di Spezia per pregare...


Camefew:
Benedetta si affacciò alla finestra che appena albeggiava. In lontananza vide una bandiera fiorentina e chissà come mai, non se ne sorprese.
Non siete neanche bravi a fingere, pensò.
Facendo nuvole con il fiato insipirò profondamente e gridò:
Venite a prendere il mio bastone e il mio scudo!
O SIENA O MORTE
FIORENTINI MAI!!

Meldon:
Citazione :
Di tutte le notizie che viaggiano veloci, senza dubbio quella che la Repubblica di Firenze ha dichiarato guerra alla Repubblica di Siena è la più veloce: non mancava all'esercito fiorentino che una decina di passi prima di varcare il confine quando il bando ufficiale del Principe Tew viene diramato, e parimenti l'ultimo fante doveva ancora superare il medesimo confine che già in tutti i Regni Italici non si parla d'altro.

A Sora, nella Locanda dei Benefattori, gli sguardi sono sgomenti e i discorsi sussurrati. Le persone si guardano l'un l'altro, incredule, con negli occhi la stessa, muta domanda: sto sognando, oppure son desto?

Il locandiere Meldon è l'unico che osa alzare un po' più la voce, e dare fiato ai suoi pensieri:

Niente da dire, qualcuno qui ha dato buona prova della sua abilità oratoria! Sentite la foga, l'affanno, lo sforzo di giustificare una scelta, come se chi parla dovesse chiedere consenso ed approvazione...
Non così si comporta chi ritiene in coscienza di essere nel giusto, non sono queste le parole di chi ha fede nell'auto-evidenza delle proprie motivazioni. Quando il Consiglio di Siena ha dovuto prendere provvedimenti contro Caleblost il traditore non ha perso tempo in preamboli.

Amici miei, penso che non sia ancora il momento di risalire la china: non si è ancora raggiunto il fondo, il peggio ci si prospetta davanti e non è ancora alle nostre spalle.
Pensate davvero che tutta Firenze sia desiderosa di conquiste? Che sia un unico coro, un'unica volontà?
Secondo me, anche se ammetto trattarsi più di una speranza che non di una previsione, prima di sera vedremo le prime prese di distanza da questo atto, i primi "controcanti al cigno". Forse già oggi, sperabilmente già oggi, vedremo le prime dimissioni di Consiglieri, i primi Sindaci fiorentini che sconfessano le scelte delle loro guide.

Compatisco i soldati dell'esercito fiorentino, presi in mezzo tra un giuramento di fedeltà e degli ordini che, oso sperare, non riescono a fare propri. Sarà una dura prova per loro, decidere se onorare i loro impegni o la loro coscienza!

Ho pietà anche dei fiorentini guerrafondai, di coloro che non hanno saputo resistere all'avidità di una forse facile conquista: se le azioni di messer Sciamano hanno incrinato la diga, loro l'hanno sfondata e ridotta in piccoli frammenti. L'inevitabile ondata di piena, temo, non tarderà ad arrivare.

Massimodecimomeridio:
Massimo quella mattina si svegliò al sorgere del sole.. Era finalmente riposato dopo diversi giorni di incredibile tensione.. Infatti la notte non si era combattuto.
Si strofinò il viso, si stiracchiò e si infilò gli stivali..
Una volta fuori dalla tenda vide che tutto intorno a sè era ricoperto di una sottile coltre di neve.. il ragazzo la adorava, lo faceva sognare.. ma sapeva che la sera quel bianco cosi puro e delicato darebbe stato sporcato da un violento rosso sangue e questo lo riportò alla realtà..

Recuperò il mantellò e si diresse alla "mensa" per la colazione.. Tutto il campo era calmo e tranquillo, il silenzio regnava nella piana... Massimo esorcizzava il freddo ascoltando lo scricchiolare degli stivali che affondavano nella neve..

Poi all'improvviso il nitrire di un cavallo al galoppo, si stava avvicinando velocemente, ma chiaramente era solo uno e arrivava da Ovest, quindi da Grosseto.. Massimo comunque non si fidò e impugnò un enorme martello che trovò appoggiato nell'incudine pochi metri avanti a lui..
Finalmente armato andò incontro al cavaliere...

Subito notò che non era nemico, non era armato e la faccia del ragazzo gli era nota..
Gli si gelò il sangue nelle vene, più di quanto la neve non avesse già fatto.. Cattivi presagi gli riempirono subito la mente, corrugò la fronte e corse dal messaggero..

"Buon giorno Stefano, che ci fai qui? è pericolosissimo spostarti e dovresti saperlo!"
Il ragazzo ci tenne qualche secondo a rispondere, le sue labbra era intorpidite, cosi come tutto il corpo..
"N-Non è un b-buon g-giorno Massimo, Fi-Firenze ha dichiarato g-guerra a Siena, G-grosseto è ci-circondata..."
E dicendo queste parole porse una lettera al soldato..
Massimo non la lesse neppure, conosceva già il contenuto e non c'era tempo da perdere.. Si girò e corse affannosamente verso la tenda del Capitano..

Durante la corsa il suo viso era contratto, ma non per la fatica della corsa nella neve, non per l'incredibile freddo.. ma per l'indignazione della notizia appena appresa e per la rabbia che tutto questo gli comportava..

Giunto a destinazione non badò alle formalità, urlò "Folgor!! esci.. i vigliacchi Fiorentini ci hanno dichiarato guerra, Grosseto è circondata!!"
Il capitano fu fuori in un attimo.. Nessuna sorpresa sul suo volto, non un bagliore di stupore.. Ma solo rabbia.. tanta rabbia.. che si sarebbe riversata di li a poco su tutti gli invasori...


O SIENA O MORTE
FIORENTINI MAI!!

Chikka:
Chikka lesse allibita! Erano giorni che ripeteva a tutti: vogliono creare il Gran Ducato di Toscana! Ci sarà la guerra! Ma come Cassandra, le sue grida di allarme continuarono a restare inascoltate! Il primo giorno che Caleblost, entrò nella taverna di S Fiora, (il giorno prima dell'assalto) lo disse, certo non chiaramente, ma tra le righe la cosa era palese! Ora è chiaro che questo progetto è in atto da tempo, e che Caleblost non era un cane sciolto, ma la pedina di un progetto più grande!



/me prende la sua sfera di cristallo e osserva, da strega, il futuro....: mmmm che le mire espansionistiche di Firenze non si limitino a Siena...?



Cal....e Firenze...due lupi travestiti da agnelli....

pnj:
Cari lesse prima le parole del Signore di Firenze dopo quelle dell'amato zio Meldon...
sapeva quanto a Sora fossero in pena per lei e per tutta la famiglia, era fiera di essere figlia di Alessiomagno e moglie di un Della Groana, e lo avrebbe dimostrato...

Grido': Mai Siena sarà fiorentina!

Tornando alle sue incombenze di consigliere di Orbetello sorrise e penso' "Venissero pure... non sanno che bella sorpresa abbiamo preparato per loro!"

Galdalf:
Galdalf si svegliò presto la mattina... I rumori erano attutiti dalla neve caduta abbondante nella nottata...
Si arrampicò sulle mura per godersi l'aria fresca della mattina invernale...
Ciò che vide di fronte a lui gli tolse il fiato: un esercito nemico era schierato di fronte alle mura della sua amata città di Grosseto...
Le armi rilucevano al bagliore del primo sole del mattino e i vessilli fiorentini sventolavano altezzosi nell'accampamento nemico.

La guerra aveva raggiunto la sua bella Grosseto...

Il candore della neve si sarebbe presto macchiato del sangue dei suoi compatrioti e degli invasori.

Galdalf guardò a lungo quel terribile spettacolo... respirò a fondo...

poi ruppe il silenzio e gridò:

FIORENTINO MAI!
SIENA O MORTE!

prese scudo e bastone e si preparò alla battaglia...

Potete venire in mille o diecimila cari fiorentini...

MA NON PIEGHERETE MAI LO SPIRITO INDOMITO DEI SENESI!

Lakay:

Serena era ancora a Santa Fiora.
Pensava alla sua San Miniato, alle amiche ed agli amici che vi aveva lasciato.
Il destino e il desiderio di vendetta l'avevano trascinata in un luogo che mai avrebbe creduto di visitare, se non in viaggio di piacere...

Aveva spedito molte missive a Firenze, ma nessuna risposta era tornata.
Entrando nell'esercito senese per liberare S.Fiora, aveva ritrovato suo fratello ed il cugino e questo la consolava almeno un pò.

Pensava Serena nella sua stanzetta/rifugio, quella scura mattina di Dicembre e solo un bussare frettoloso la distolse dal suo piccolo limbo di ricordi...

"Madama...Madama LaKay...E' sveglia?Posso entrare?"Una voce di ragazzino parlava in modo concitato, dietro la porta chiusa.
"Certo Neno:entra pure..."
La porta si aprì e comparve il volto emaciato del giovane:
"Madama, notizie da Firenze..."Sventolava una pergamena umida di pioggia.

LaKay prese la missiva e cominciò a leggere:

Citazione:
"Cara Serena,
grazie per avermi fatto avere la tua missiva, sono felice che tu stia bene e che non ti sia successo nulla di brutto.
A S.Miniato tutto sta tornando lentamente alla normalità, ma i nostri governanti non sono così tranquilli..."

Una ricopiatura della dichiarazione di guerra del Principe di Firenze cominciava dopo quelle poche righe.
Citazione:
"Non so cosa pensare:noi fiorentini siamo sempre stati gente pacifica, perchè adesso si scatena tutta questa furia?
Perchè l'esempio di Sciamano e Caleblost viene seguito e non sotterrato come dovrebbe essere?
Spero che non ti coinvolgano in tutto questo e che tu ritorni presto a casa.
Con enorme affetto,
M."


Serena continuava a leggere e rileggere ciò che la sua amica aveva ricopiato e solo termini con la "I" le venivano in mente: Inaudito...Inaccettabile...Incomprensibile...
Tew, un uomo morigerato, col quale aveva sempre collaborato proficuamente quando era consigliera, col quale molte volte avevano parlato di temi come "trattati di pace","alleanze complesse con i territori stranieri", adesso si rivelava un sanguinario promotore di massacri....

LaKay cadde a sedere sul letto.
Si chiese se davvero a questo punto aveva fatto bene a lasciare il suo incarico consiliare nell'ultimo mandato, se non fosse stato meglio restare per impedire questo, per quanto da sola indubbiamente non ne aveva nè il potere nè la forza...
La sua Firenze, Repubblica che avrebbe dovuto risplendere per integrità, collaborazione e alacrità, si stava trasformando in un bacino di scempio ed odio...
Si chiese cosa dovessero pensare i senesi e provò ad immaginare la situazione inversa, da cittadina assediata da un altro qualsiasi stato...
Da un giorno all'altro, una nuova lingua, un nuovo mercato, un nuovo sindaco ed un nuovo Principe...Come avrebbe potuto, pur con tutta la devozione aristotelica che le riempiva il cuore, accettare un invasore come "destino voluto da Dio"?
Mai avrebbe accettato di gridare lodi verso un usurpatore, che con banali scuse, s'introduceva nella sua vita...

"Madama, tutto bene!?"Chiese Neno con voce tremante.
"Sì sì...Prendi..."E gli lanciò una borsetta con 10 ducati.
"Grazie mia signora...Quando avete bisogno di me sapete dove trovarmi..."Sorrise e sgattaiolò rapido fuori dalla porta della stanza.

Serena invece rimase ancora diversi minuti seduta sul letto, con la pergamena stretta in pugno, assorta ma presente, delusa ed arrabbiata pensando a cosa avrebbe potuto fare lei per ostacolare questa folle decisione...

Poi si scosse, prese una pergamena e cominciò a scrivere:

Citazione:
"Carissimo Tew,
sono Serena.
Sai che mi trovo lontana da Firenze, ormai da molti giorni.
Ho aspettato tanto per ricevere notizie dalla mia città e oggi quelle che mi giungono, sono come una pugnalata al ventre.

Non ti riconosco...Saggio, fedele ai tuoi ideali, amico del popolo e collaboratore fidato: dove è finito QUESTO TEW?Il Signore che avrebbe dovuto portare la pace e la prosperità definitive alla grande Repubblica di Firenze?
La delusione che ho dentro è grande, sia come persona che ammirava le tue doti di pacere e consigliere delle genti, che come Guelfa, rispettosa dell'incarico che il Divino Aristotele ti aveva assegnato.
Dopo aver letto le tue dichiarazioni, mi rammarico che tu ed i tuoi Ciompi, partito da sempre legato a doppio filo al popolo, così poco abbiate saputo interpretarne la vera volontà e soprattutto che stiate muovendovi proprio contro il popolo stesso.
A noi Guelfi è sempre stata rimproverata la troppa "aereità" del nostro pensiero, contro la vostra praticità, ma a questo punto, ti chiedo di fare ciò che ogni regnante, aristotelico o meno, dovrebbe fare:ascolta la voce della tua coscenza.
Sei sicuro che essa non stia gridando a gran voce:"Non ascoltare l'avidità che alberga in te, ascolta la voce della lealtà!!"?
Hai chiesto al tuo popolo se davvero ritiene necessario uccidere (e farsi uccidere) da altri uomini e donne, senza alcun motivo?
Ascolta la mia preghiera, Tew:comportati da VERO SIGNORE e torna sui tuoi passi,te lo chiede una persona che sei capace di grandi gesti e grande amore."

Poi firmò,ma non col proprio nome, piuttosto con lo stato d'animo che le calzava meglio in quel momento:
Citazione:
"Una fiorentina affranta."
.

Chiuse la busta, la sigillò e scese nelle stalle da Neno.
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena     [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 10:46 pm

Sbabuzz:
Fra Leonardo girava per le mura e vedeva poveri ragazzi fiornentini che non sapevano neanche fare delle azioni in taverna o sussurrare.
Govani vite strappate alla loro ingenuità da dei bugiardi che hanno approfittato della loro ingenuità.

Il povero Fra Leonardo ne fu addolorato e ando in chiesa a chiedere come mai Aristotele non avesse ancora punito certe persone e pregò anche per le loro poveri e tristi anime destinate all'oscurità


Gael_lorinde:
Lakay ha scritto:
"Una fiorentina affranta."





Una modesta cittadina come me non pole far altro che unirsi al turbamento e al dolore di Dama Lakay.
E' questa dello Signore de Firenze una decisione senza senso all'occhi miei.
Già li precedenti comunicati e le dichiarazioni dei potenti m'aveano fatto disgustare da li continui giuochi di potere... di ambo le parti.
Ma ora quasi non riconosco manco più la nobiltà e la saggezza dello mio Signore, anco se le parole Sue appaiono ponderate a lungo e sofferte.
Non posso, nello cuor mio, sposare questa causa e m'auguro fortemente che altri cittadini Fiorentini si uniscano al grido: Noi non vogliamo altro sangue!


Liashan:
<<...lo strazio ed il grande scempio fece l'Arbia colorata in rosso...>>

Ricorda Montaperti fiorentino, ricorda lo scempio di migliaia di soldati tuoi compatrioti che sono stati trucidati in passato tentando d'invadere Siena.
Le parole del Sommo Poeta ce lo riportano alla memoria.

Vediamo ora se qualche secolo ha cambiato il colore del vostro sangue...

Possa Aristotele avere pietà della vostra anima, perchè noi non ne avremo dei vostri corpi.


Venite pure avanti infami, accorrete al macello.



Scialii:
La Contessa di Firenzuola passeggiava a cavallo per i boschi di SanMiniato come ogni giorno, la neve scendeva ancora in quella giornata invernale un piacevole effetto di colore e di pace in contreasto con gli avvenimenti recenti, lo stalliere la raggiunse di corsa, per avvertirla di tornare a Palazzo, i suoi generali la attendevano e le diede una pergamena, osservò per un istante i sigillo poi la aprì, ne lesse il contenuto, nessuna palese espressione su quel pallido viso solo la consapevolezza che alla fine di quello spendido gioco chiamato guerra che tanto amava...solo gli innocenti e i poveri avrebbero sparso il loro sangue. Diede un colpo di talloni ad Agonia, il suo frisone, per dirigersi senza attendere oltre verso la sala del Drago nel proprio feudo, li la attendevano. Entrò senza indugio a prendere il proprio posto, guardò i Cavalieri li riuniti, sorrise loro per poi prendere posto e parlare mentre passò loro la pergamena ricevuta.


Fratelli, Amici, siamo giunti all' epilogo scontato e previsto, i governanti fanno le guerre...il popolo muore...solo questo è un dato certo, se le spade dei Draghi e dei suoi alleati combatteranno, lo faranno per la Pace e la Libertà del popolo, che il Supremo ci indichi la via della giustizia chi del popolo vorrà unirsi a noi, lo farà con la consapevolezza non con l'inganno, non ci saranno falsi ideali e mere illusioni di conquiste...



Si mise poi a sedere, attendendo i pareri e le decisioni di tutti, nessuna decisione si sarebbe presa se non tutti concordi. Una decisione che sapeva sarebbe giunta a breve, avevano già discusso di quell'eventualità. Chiuse in quel momento gli occhi pensando alla sua famiglia e al suo compagno nella vita, pensò in quel momento ai suoi amici lontani...alla vita e alla propria terra, di quanti sacrifici avevano fatto nel governarla per renderla una terra di pace e abbondanza....ora la distruzione .... l'odio era il padrone....solo Morte avrebbe vinto...


Bepus:
Alla fine il giorno era giunto, alcuni sussurravan altri gridavan ai quattro venti che la guerra tra Firenze e Siena era inevitabile, ma i più speravan nella pace, pace nonostante i ripetuti atti guerreschi di entrambe le parti, pace nonostante i confini chiusi, i tradimenti, le brutali uccisioni e la storica rivalità fomentata da pochi...

Ora il tempo della guerra è giunto e la disgrazia colpirà tutti indistintamente, vincitori e vinti, fiorentini e senesi, fomentatori e pacifici cittàdini... Ormai non è più tempo delle parole ma è tempo di assistere a questo crudo massacro, ove in molti periranno lasciando affranti parenti ed amici.

Come fiorentino seguirò le decisioni del mio principe e del mio consiglio, altro non ci si può aspettare da fedeli servitori di questa repubblica.
Ma come umile servitore di aristotele spero che egli dall'alto della sua illuminazione getti sventure e tormenti sulla strada di chi ha portato a questo inutile spargimento di sangue innocente, che sia egli senese o fiorentino

Nuove elezioni giungeranno, il popolo giudicherà, fino ad allora assisterò come meglio potrò il mio principe ed i miei concittadini.

Bepus, umile cittadino aretino


Giulio_cesare:
Giulio leggendo il titolo della discussione pensò: "mi sembra di aver già udito questa frase, ma dove?
Ah, già vero, ho pronunciato io stesso questa frase quando ho varcato il Rubicone!
Beh, potevano essere un pò più originali...
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena     [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 10:49 pm

Trandolatus:
Le notizie, in particolar modo quelle brutte, corron veloci e senza poter esser fermate raggiungono anche le orecchie volte altrove.
Appresa la notizia Tranfolantus non potè fare a meno di pensare a tutte le persone che sarebbero state impegnate in questi scontri e ringraziò che fra esse non vi fosser amici o parenti.

All'improvviso gli parve di intravendere un sorriso fra le acque del mare di Spezia, era il sorriso di una sua concittadina da tempo traferitasi a Siena...

il suo pensiero iniziò a correre

Cheope! Siena si è presa la nostra Cheope con il fascino ma spero che Firenze non se la porti via con la forza,
Oltre ai morti una guerra alimenta vecchi rancori e ne fa nascere di nuovi.
Spero che firenze non mi costringa a provar sentimenti di questo genere.

Cheope fai attenzione


Pierluigi68:
Letta la dichiarazione di guerra, un commento venne spontaneo, anche se a grande distanza.

"Non credo di aver mai visto un documento così lardellato di infami falsità e distorsioni, su una scala così grande che non immaginavo fino ad oggi che ci fosse un qualsiasi principe in tutto il suolo italico, capace di metterle assieme".


Alarica:
Nel leggere l'ultimo messaggio Almavida ripensò ad un giorno ormai abbastanza lontano in cui incontrò a Milano l'allora Principe Pierluigi.
In quell'occasione fece un'intervista al Principe quindi passò con lui un po di ore ed ebbe modo di conoscerlo come persona correttissima, disponibile e di gran valore.
Un Principe che svolgeva il suo compito con ONORE.
Il suo giudizio era stato più che corretto e Pierluigi lo ha dimostrato con la sua esternazione.

e si allontanò pensando...

Se l'onore si potesse comprare di sicuro sarebbe una merce molto rara nei mercati fiorentini!

Povero popolo fiorentino... ormai lo stanno riconoscendo da ogni parte dei Regni ...Il vostro principe con i suoi sgherri sta rovinando la vostra reputazione!


O SIENA O MORTE!


Nobledupont:
Appena alzato Noble cercò di mettere in fila tutti gli avvenimenti delle ultime ore, freddamente l'unica cosa che gli venne in mente fu una frase che un suo antenato gli lasciò scritta in una pergamena sbiadita:

UN'IRATA SENSAZIONE DI PEGGIORAMENTO...
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MessaggioTitolo: Re: [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena     [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 10:54 pm

Emma Angiò:
Enma Angiò non si è sorpreso quando ha saputo del comunicato del princepe Lordtew
lui aspettava azioni del genere da firenze
lui aveva capito che sarebbe successo
lui non poteva fare niente per aiutare il popolo sienese.
lui potva solo dire : POPOLO SIENESE combatete i invasori, distrigeteli,massacrateli, fate vedere con che pasta siete fatti .

O SIENA O MORTE !
prncipe senza onore non puo governare un popolo cone voi.
difendete la vostra terra!

dicendo cio Enma Angiò si alontano dalla piazza italica a dolorato di essere impotente


Aldo_tramontano:
'na vitaccia...

tutta questa faccenda gli aveva insegnato molto:
che le idee non si valutano, si pesano.
che nella pesa contano molto i "compagnucci di merende", i "furbetti del partitino", 'a famigghia...
Avvertiva come un'aria di rosicamento in giro... una nebbia che sussurrasse "azz, ci avete fregati, noi ci abbiamo provato (tante volte), voi ci siete riusciti..."
e mo quell'altro si credeva Leonida di Sparta:
senti 'n po, sii originale, che ne dici di atteggiarti a "Napoleone"? non l'ha ancora usato nessuno...
collega
per non dire di chi sperava un giorno di poter comprare l'onore al mercato (non avendone di suo...)

Sorrideva nell'ascoltare e leggere un tale cumulo di sciocchezze, di gente che, per ignoranza, dolo o semplice ingenuita' (chiamiamola cosi'), dava aria ai polmoni senza prima essersi preoccupati di attaccare il cervello

"mamma mamma!! il cattivone ha dichiarato guerra alle 5 di mattina!!"

"Senti maaaa, per la guerra, possiamo fare la prossima settimana? c'ho n'appuntamento dal barbiere..."

"ao'! aprite un po i confini che devo venire ad attaccarvi!"

"e mica si fa cosi' la guerra, io so' esperto! vieni qua che ti faccio vedere: io mi metto qui con lo spadone... no no, a te non serve... ecco, tu ti metti qui a pi greco mezzi... chiudi gli occhiuzzi che io sono tanto buono e gentile..."

"e facci un po vedere i tuoi ideali?! lo vedi? i miei sono piu grossi dei tuoi!!"

"... e siccome i miei ideali sono piu grossi dei tuoi, io posso fare quello che mi pare, mentre tu sei un cattivone brutto e sporco" (che poi nel mio caso questo sia vero e' un'altra storia...)


"tu non hai onore, io il mio ce l'ho, non lo vedi perche' l'ho lasciato nella proprieta..."

"ma come, non e' mica vero che tutta la popolazione senese vi vuole morti da sempre... ai nati ieri ancora non glie l' abbiamo fatto, il lavaggio del cervello"


Cioe' voglio dire, non che glie ne fregasse granche' se qualcun ALTRO lo voleva morto... amava dire le cose come stanno, il che non gli procurava molti amici, in genere...

Namo va', come al solito la storia la faranno, dopo, i vincitori...
inutile chiacchierare...
ma che ci poteva fare: ci si divertiva tanto


Macla:
Macla mentre tornava a casa venne investita da una follata di vento che portò con se un foglietto pieno di caratteri talmente insignificanti che dovette cercare nelle sue tasche la lente per poter decifrare tale caratteri...
la prima cosa che vide fu la firma "Aldo...qualcosa" e capì che non valeva la pena di leggere il resto!

/me si spazzolò un piccolissimo granello di polvere dalla spalla....

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MessaggioTitolo: Re: [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena     [GDR] Alea iacta est - Dichiarazione di guerra verso Siena  Icon_minitimeMer Mar 14, 2012 10:55 pm

Aldo_tramontano:
...vide quella strana signora raccogliere il pezzo di carta...
l'aveva gia vista, altre volte, tirare fuori uno strano pezzo di vetro dalla bisaccia, poggiarselo all'orecchio, chiudere gli occhi, e strofinarsi il foglietto sul naso...
lo butto via, apri'gli occhi, si rimise il vetro in saccoccia, e comincio'con occhio attento, a cercarsi granelli di polvere sulla spalla...

mah...

non c'e' piu gran cieco di chi non vuol vedere...


Anthinodoros:
Sebastiano, lette le parole di Enma sulla Piazza Italica pensò:

"Con la partenza di Enma ed altri D'Angiò abbiamo perso valorosi e forti guerrieri, ci faremo onore, per voi ed anche per il nome di Caalis!!!"

Fine 12Dicembre 2008
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